Un uomo per tutte le stagioni
TITOLO ORIGINALE |
A Man for All Season |
REGIA |
|
SOGGETTO E SCENEGGIATURA |
Robert Bolt dal suo dramma omonimo |
FOTOGRAFIA |
Ted Moore (colore) |
MUSICA |
Georges Delerue |
MONTAGGIO |
Ralph Kemplein |
INTERPRETI |
Paul Scofield, Robert Shaw, Orson Welles, Susannah York, John Hurt |
PRODUZIONE |
Highland/Columbia |
DURATA |
120' |
ORIGINE |
Gran Bretagna, 1966 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Triennio |
PERCORSI |
Cinema e Storia |
TRAMA
Regno d'Inghilterra, XVI secolo. Il Sovrano d'Inghilterra Enrico VIII vuole divorziare dalla moglie Caterina d'Aragona, ma si scontra con l'opposizione del Papa. Il cancelliere Tommaso Moro (1478-1535) dovrebbe difendere la causa del re, ma fedele alle sue convinzioni religiose vi si oppone. Enrico VIII, infuriato, lo fa imprigionare e lo sottopone ad un processo che si conclude con la sua condanna a morte.
TRACCIA TEMATICA
Tommaso Moro è una fulgida e insigne figura di intellettuale umanista e valido statista, uno dei più famosi del suo tempo, canonizzato nel 1935 da Papa Pio XI insieme al vescovo Giovanni Fisher, che condivise la stessa sorte sul patibolo, dopo che per secoli il suo ricordo venne rimosso dalla Chiesa Anglicana britannica e dalla memoria degli inglesi.Il film ne esalta la tempra morale e l'austera fermezza, la cristallina coerenza ai propri principi che lo consegna come fulgido esempio agli uomini di tutte le età (di tutte le stagioni, come recita il titolo): Moro affronta con estrema e ammirevole dignità la morte per rimanere fedele a ciò che la propria coscienza gli impone, convinto che esista una legge divina superiore a quella degli uomini e che sia dovere di ogni buon cristiano seguire la prima. Nella sua tragica vicenda si ripropone il conflitto senza tempo tra la libertà dell'individuo (e le scelte che ne derivano) e il potere dello Stato che sovente la conculca.
Di fronte alla solitaria e serena grandezza di Moro si rimpicciolisce ancor di più la meschinità dell'ambiente di corte: il servilismo di Cromwell, l'arrivismo di Richard, la grossolanità del capo dei servi.
VALUTAZIONE CRITICA
La regia si impegna a dotare la rievocazione del martirio di Tommaso Moro di un sontuoso apparato scenografico e ambientale, che esalta la dimensione spettacolare del film con un preziosismo figurativo di smagliante cromatismo e denso di suggestioni pittoriche (del resto la pittura d'epoca risulta l'unica testimonianza iconica del Cinquecento: pensiamo in particolare all'importanza della ritrattistica come riferimento per i costumisti).
La recitazione di impianto marcatamente teatrale (sembra evidente l'influenza della scuola shakespeariana) conferisce ai dialoghi una solennità declamatoria, che attenua l'effetto realistico, ma che rinforza il significato universale del dramma cui stiamo assistendo, e il magniloquente commento musicale contribuisce ulteriormente ad incentivare la sottolineatura enfatica che caratterizza la pellicola.
Accuratezza formale, grandiosità dei toni e grande professionalità attoriale che costituiscono da sempre le due caratteristiche fondamentali e vincenti (a giudicare dagli incassi e dai riconoscimenti ufficiali, tipo Oscar) del Cinema storico di scuola anglosassone.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia A) L'Inghilterra all'inizio del XVI secolo.B) Enrico VIII e Tommaso Moro.
C) Lo Scisma Anglicano.
Lingua straniera: inglese Le opere di Tommaso Moro.
Religione La Chiesa Anglicana.