La pattuglia sperduta

TITOLO ORIGINALE

Pattuglia sperduta-Vecchio regno

REGIA

Piero Nelli

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Franco Cristalli, Ivon De Begnac, Oscar Navarro, Piero Nelli

FOTOGRAFIA

Alfieri Canavero (bianconero)

MUSICA

Goffredo Detrassi

MONTAGGIO

Enzo Alfonsi

INTERPRETI

Oscar Navarro, Giuseppe Raumer, Annibale Biglione, Filippo Posca

PRODUZIONE

Vides

DURATA

97’

ORIGINE

Italia, 1952

REPERIBILITA'

Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Risorgimento

Ottocento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Marzo 1849, tra il Piemonte e la Lombardia. La prima Guerra d’Indipendenza è giunta al suo epilogo, a Novara l’esercito piemontese è prossimo allo scontro decisivo con l’armata austriaca che ha ricacciato dalla Lombardia le truppe sabaude che l’anno prima vi erano entrate sull’onda delle Cinque Giornate di Milano. Una pattuglia di soldati piemontesi si mette in marcia per raggiungere il grosso dell’esercito a Novara, ma ben presto si sperde tra le nebbie della pianura padana, incalzata dagli austriaci in netta superiorità numerica. Quando i pochi superstiti arrivano sul campo di battaglia di Novara, lo scontro si è già concluso con la vittoria austriaca.

 

TRACCIA TEMATICA

In La Pattuglia sperduta convergono molteplici intenzioni, tutte in controtendenza rispetto alle modalità con cui il Cinema italiano aveva sino a quel momento rappresentato il Risorgimento (se escludiamo in parte 1860 di Blasetti). Alla centralità di mitiche e grandiose figure storiche esaltate (quasi sempre in modo acritico) dalla tradizione, qui si contrappongono personaggi anonimi e semplici, consacrati ad un oscuro eroismo, che nella eterogeneità della loro collocazione sociale (si va dal ricco borghese al contadino) dovrebbero essere rappresentativi dell’intera comunità nazionale; la retorica celebrazione di grandi vittorie è sostituita dall’affannoso vagare di una piccola pattuglia in una campagna umida e fangosa che si conclude con la desolata constatazione di una drammatica sconfitta (cosa rara, se non unica, nella nostra cinematografia storica, almeno a tutti gli anni Cinquanta e oltre); l’enfasi nazionalistico-patriottica presente nelle pellicole risorgimentali del passato (all’epoca del ventennio in chiave funzionale alla tesi: fascismo= realizzazione degli ideali del Risorgimento) lascia il posto ad una visione più dimessa e umanizzata, più aderente alla realtà e alla dimensione morale e psicologica della gente comune e semmai si coglie qualche riferimento politico-storico anacronistico questo sembra diretto alla Resistenza antinazista appena conclusasi (la distruzione della cascina e la fucilazione dei contadini rimanda alle stragi tedesche della Seconda Guerra Mondiale).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il Risorgimento italiano viene rivisitato sulla base della nuova sensibilità neorealista, sbocciata nel nostro paese nell’immediato secondo dopoguerra, chiaramente rinvenibile nell’uso di attori non-professionisti, dai volti apertamente antidivistici e dal parlato di stampo dialettale, nell’attenzione per i dettagli minuti della quotidianità e l’attenzione nei confronti della componente più povera della società (in questo caso i contadini), nella prevalenza degli esterni (un paesaggio rurale fotografato con grande sensibilità figurativa), nella scarsità dei mezzi a disposizione (è un film bellico-storico, ma l’impostazione generale è antispettacolare e dimessa, l’attenzione non si concentra tanto sulle sequenze d’azione quanto sulla dimensione umana dei personaggi e sulle conseguenze negative sui civili provocate dalla guerra), nel rifiuto di ogni intonazione trionfalistica a favore di un’ incombente atmosfera di sconfitta che sembra avvolgere uomini e cose, nella ricerca di un effetto di coralità che impedisce l’imporsi di una singolo personaggio.

Il risultato di questo tentativo di innestare i nuovi orizzonti linguistici e morali del neorealismo sul tessuto della storia patria è nel complesso interessante e lodevole, anche se il film appare appesantito da qualche eccesso retorico in chiave didascalica (il discorso dell’ufficiale ai suoi soldati sulla necessità di realizzare gli ideali unitari e nazionali) e da una certa difficoltà ad amalgamare le numerose suggestioni contenutistiche ed espressive che si affollano nella pellicola.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                    A) Il Risorgimento italiano.

B) La Prima Guerra d’Indipendenza.

C) L’Italia all’inizio degli anni Cinquanta del XX secolo.