1860

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Alessandro Blasetti

SOGGETTO

Da un racconto di Gino Mazzucchi

SCENEGGIATURA

Alessandro Blasetti, Gino Mazzucchi, Emilio Cecchi

FOTOGRAFIA

Anchise Brizzi, Giulio De Luca (bianconero)

MUSICA

Nino Medin

MONTAGGIO

Ignazio Ferronetti, Alessandro Blasetti

INTERPRETI

Giuseppe Gulino, Aida Belia, Gianfranco Giachetti, Maria Denis, Andrea Checchi

PRODUZIONE

Cines

DURATA

75'

ORIGINE

Italia, 1934

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Risorgimento

Ottocento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Sicilia 1860. I patrioti siciliani combattono sulle montagne contro l'esercito borbonico in attesa dell'arrivo di Garibaldi. Carmeliddu, giovane marito di Gesuzza, viene inviato a Genova per prendere contatti con Garibaldi. Al suo sbarco in Sicilia Carmeliddu è con lui e può finalmente riabbracciare Gesuzza. Nella battaglia di Calatafimi i garibaldini sconfiggono i borbonici e si aprono la strada per il continente.

 

TRACCIA TEMATICA

Blasetti propone una rilettura in chiave populista (nel popolo umile e semplice si ritrovano forte tempra umana e solide virtù morali: le classi povere costituiscono la parte migliore della società) del Risorgimento italiano. Di contro alle interpretazioni storiograficamente più accreditate che hanno tutte (indipendentemente dal loro indirizzo ideologico) individuato un forte limite di partecipazione dei ceti subalterni nel moto risorgimentale, il regista esalta il ruolo di protagonismo delle masse contadine nell'impresa dei Mille.

Si potrebbe sostenere che la visione del Risorgimento blasettiana combaci in parte con la versione che del processo di unificazione nazionale offriva all'epoca il fascismo: un sollevamento popolare guidato da un carismatico condottiero come Garibaldi, che anticipa la grande mobilitazione della Marcia su Roma diretta da un altro grande capo come Mussolini (e l'alone mitico con cui il film circonfonde le fugaci apparizioni di Garibaldi sembra confermare quest'ottica).

Alcuni elementi della pellicola, tuttavia, contraddicono in parte questa presunta consonanza con la cultura ufficiale del regime. Il rifiuto della retorica magniloquente (non c'è né trionfalismo patriottico, né culto della personalità eroica) e l'insistenza sulla pluralità dei dialetti presenti nel nostro paese contraddicono palesemente l'uniformità linguistica di un italiano neutro e senza caratterizzazioni regionali che il fascismo impose al Cinema italiano.

Certamente è poco per assegnare a 1860 una patente di antifascismo (del resto l'adesione al regime di Blasetti, pur nella specificità di una sua personalissima posizione e nella progressiva dissociazione a cominciare dalla fine degli anni Trenta, è un dato di fatto), ma certamente è sufficiente perché il film si segnali per la sua estrema originalità nel panorama del Cinema storico del ventennio.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il discostarsi del film di Blasetti dall'enfasi nazionalista imperante in quegli anni appare evidente nello stile scarno e asciutto che predomina nella pellicola, nel programmatico rifiuto di ogni facile spettacolarità. A questa assenza di toni grandiosi e della centralità del ruolo dell'eroe-demiurgo (che costò al film uno scarso successo di pubblico) si accompagna un raffinato gusto figurativo e plastico (evidente l'influenza della scuola sovietica e del Cinema di Ejzenstejn in particolare, molto apprezzato da Blasetti), che utilizza con grande sensibilità e ricercatezza le risorse del paesaggio, le sequenze di battaglia, l'intensità espressiva dei primi piani e la capacità di sfruttare al meglio le possibilità offerte dalla novità del sonoro, che crea suggestivi effetti di polifonia dialettale.

Ma l'importanza di un film come 1860 si misura, soprattutto, sullo sfondo della storia del Cinema italiano, nel senso che sembra sintetizzare la tradizione verista della letteratura italiana dell'Ottocento e di certa cinematografia nazionale degli anni Dieci con le istanze espressive del neorealismo del Secondo Dopoguerra (pensiamo soltanto all'uso di attori non professionisti come Carmeliddu e Gesuzza, che in un certo senso rappresentano il proprio essere popolani autentici, e più in generale all'attenzione per gli aspetti dimessi e prosaici della quotidianità). Si direbbe quasi che in 1860 si incontrino passato e futuro del nostro Cinema.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia          A) La Seconda Guerra d'Indipendenza.

B) L'impresa dei Mille.

C) Giuseppe Garibaldi

Italiano         Noterelle di uno dei Mille di G. C. Abba