Bellico

Genere cinematografico incentrato sulla ricostruzione di eventi guerreschi appartenenti alla storia del Novecento, in particolare i due conflitti mondiali e quelli della Corea e del Vietnam. E' proprio questo riferimento ad eventi storici relativamente recenti a far sì che il genere bellico si distingua da quello storico propriamente detto, anche se ovviamente pure i film bellici hanno un carattere storico e potrebbero essere ascritti a questo genere.

I film bellici hanno conosciuto una particolare diffusione negli anni immediatamente successivi alle due guerre, ma si può dire che il genere attraversi, pur con alti e bassi, l'intera storia del Cinema, sino ad arrivare ai nostri giorni.

All'interno del bellico è necessario operare una fondamentale distinzione tra un Bellico epico-eroico e un Bellico antimilitarista.

Il Bellico epico-eroico propone una netta distinzione fra chi combatte in nome del Bene e della Giustizia, ed è fortemente motivato al combattimento e portato ad atti di estrema audacia e coraggio, e un nemico rappresentato in termini molto negativi. All'interno di questo indirizzo sarebbe bene però distinguere tra due tendenze: una di aperta propaganda militarista, intrisa di retorica ed enfasi (Lo squadrone bianco,1936, e L'assedio dell'Alcazar, 1940, entrambi di A. Genina, L'uomo della croce di R. Rossellini, 1942 ; Berretti Verdi di J. Wayne, 1968) e l'altra orientata, pur senza mettere in discussione la logica della guerra e manifestando ammirazione per il valore mostrato dai combattenti e il loro spirito di sacrificio, verso qualche inflessione di dolore e sgomento per le sofferenze che il conflitto comporta (La grande parata di K. Vidor, 1925; Iwo Jima di A. Dwan, 1949; Attack! di R. Aldrich; I giovani leoni di E. Dmytryk, 1958; La grande guerra di M. Monicelli,1959; Quell'ultimo ponte di R. Attenborough, 1977; Il grande uno rosso di S. Fuller, 1980; Salvate il soldato Ryan di S. Spielberg, 1998).

Il Bellico antimilitarista, pur nel differenziarsi degli approcci e delle posizioni ideologiche, esprime una condanna della guerra, di cui mette in evidenza l'assurdità e l'insensatezza, e della crudele mentalità militarista che esige cieca obbedienza anche di fronte agli ordini più folli. Non c'è più eroismo e desiderio di gloria, ma angoscia e paura, senso di frustrante impotenza di fronte al massacro, se non, in alcuni casi, aperta ribellione alla gerarchia (All'Ovest niente di nuovo di L. Milestone, 1930, Westfront di G. W. Pabst, 1930; L'arpa birmana di K. Ichikawa, 1956; Orizzonti di  gloria di S. Kubrick, 1957; Per il Re e per la Patria di J. Losey, 1964; Uomini contro di F. Rosi, 1970; Full Metal Jacket di S. Kubrick, 1987; La sottile linea rossa di T. Malick, 1998).