Central do Brasil

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Walter Salles

SOGGETTO

Walter Salles

SCENEGGIATURA

Joao Emanuel Carneiro, Marcos Bernstein

FOTOGRAFIA

Walter Carvalho (colore)

MUSICA

Antonio Pinto, Jacques Morelembuam

MONTAGGIO

Isabelle Rathery, Felipe Lacerda

INTERPRETI

Fernardo Montenegro, Marilia Pera, Vinicius de Oliveira

PRODUZIONE

Arthur Chon, Martine de Clermont-Tonnere per Video Filmes/Riofilme/Canal Plus

DURATA

110'

ORIGINE

Brasile/Francia, 1997

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

L'uomo e il bambino

Incontro con l'altro/Diversità/Uomo e Società

 

Colonialismo, decolonizzazione, Terzo Mondo, problemi del sottosviluppo

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Dora è un'insegnante in pensione che sbarca il lunario scrivendo lettere per gli analfabeti nella stazione centrale di Rio de Janeiro. Un giorno scrive una lettera per Ana, una donna che si presenta da lei con il figlioletto Josué di nove anni. La donna scrive al marito lontano mai conosciuto dal padre. Uscita dalla stazione, Ana è investita da un autobus e muore. Dora si sente moralmente obbligata ad accompagnare Josué alla ricerca del padre nello sperduto interno del Brasile. Alla fine del viaggio Josué non trova il padre, ma i due fratelli, che hanno impiantato un'attività artigianale e riescono a fare a meno del genitore. Josué rimane con loro, mentre Dora rientra a Rio.

 

TRACCIA TEMATICA

Il viaggio di Dora e Josué si conclude per entrambi con una trasformazione interiore speculare e opposta. L'adolescente Josué avverte l'assenza di una figura paterna mitizzata perché mai conosciuta, la matura Dora proietta nella sua memoria il ricordo negativo di un padre ubriacone e inadeguato, oggetto di continua denigrazione da parte sua. Alla fine del percorso attraverso il Certao brasiliano Josué si rende conto dell'inconsistenza della figura del padre (che probabilmente non incontrerà mai) e comprende che la sua nuova famiglia è costituita dai fratelli ritrovati, Dora, invece, recupera il legame con il padre scomparso (si direbbe che giunge a compimento la rielaborazione del lutto) e, perdonandone le gravi manchevolezze, ne riabilita la figura (come dimostra l'affiorare del ricordo di un felice momento d'infanzia vissuto con il genitore).

Ma soprattutto fra l'egoista e inacidita Dora e Josué che mal la sopporta, perché non ha mai inviato la lettera al padre e perché in un primo momento l'ha venduto, si instaura un profondo rapporto affettivo che fa sì che il loro distacco, per quanto inevitabile, sia avvertito da entrambi come una dolorosa lacerazione.

Central do Brasil è anche un film sulla difficoltà ad esprimere e comunicare i propri sentimenti e a riconoscerli nella loro necessità (pensiamo alla resistenza che Dora oppone ad aprirsi affettivamente a Josué e al proprio padre, proteggendosi dietro una spessa corazza di insensibilità o alla ritrosa timidezza del camionista a cui la donna offre il suo bisogno d'amore).

Infine la pellicola di Salles ci offre un piccolo, ma significativo, spaccato della drammatica situazione sociale del Brasile contemporaneo, afflitto da gravi problemi quali l'analfabetismo, la miseria, gli squadroni della morte, lo sfruttamento dei minori, ecc..

 

VALUTAZIONE CRITICA

Salles ricorre a moduli espressivi diversi. L'approccio principale è di stampo rigorosamente realista (neorealista, volendo ricollegarci ad un illustre precedente), sia nell'estrema adesione ad uno sfondo ambientale assolutamente autentico (la stazione di Rio, i condomini popolari dove abita Dora, i villaggi dell'interno), sia nel ricorso ad attori non professionisti (alcuni degli analfabeti che dettano le lettere alla stazione sono veri, inconsapevolmente ripresi dalla macchina da presa nascosta). Ma lo stile del film si arricchisce di registri differenti, che attraverso i modi leggeri e brillanti della commedia (pensiamo ai dialoghi tra Dora e la vicina Irene) arrivano alla visionarietà deformante (pensiamo alla lunga sequenza dedicata alla devozione religiosa, dove la fede cattolica sembra sconfinare nella superstizione e nell'idolatria) e alla suggestione figurativa del paesaggio rurale, che ci fa conoscere un Brasile sconfinato e solare (così diverso dalla metropoli caotica e congestionata), dove tutto sembra possibile, anche costruirsi una nuova esistenza (come fa Josué) o riconsiderare in una diversa ottica la propria vita (come fa Dora).

Acuta e delicata, poi, la delineazione delle personalità e delle psicologie dei personaggi, sia dei due protagonisti, sia dei comprimari (pensiamo alla tenera figura del camionista, alla fresca vitalità dei due fratelli e alla spontanea umanità di Irene), mentre le ferite sociali s'infiltrano nel film con riferimenti fugaci, ma di intensa efficacia (pensiamo su tutte alla brutale eliminazione del povero ladruncolo da parte dei vigilantes).

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Geografia           A) Il Brasile

                            B) I problemi economico-sociali del Brasile contemporaneo.