Codice d'onore

TITOLO ORIGINALE

A Few Good Men

REGIA

Rob Reiner

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Aaron Sorkin dalla sua commedia

FOTOGRAFIA

Robert Richardson (colore)

MUSICA

Marc Shaiman

MONTAGGIO

Robert Leighton

INTERPRETI

Tom Cruise, Jack Nicholson, Demi Moore, Kevin Bacon, Kiefer Sutherland

PRODUZIONE

David Brown, Rob Reiner, Andrew Sheiman

DURATA

138'

ORIGINE

USA, 1992

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Mettete dei fiori nei vostri cannoni

Antimilitarismo, pacifismo/Uomo e Società

 

TRAMA

Base americana di Guantanamo, Cuba. Due marines sono accusati di aver ucciso un commilitone a percosse. Viene incaricato della difesa il giovane avvocato Daniel Kaffee, coadiuvato dalla graziosa Joanna Galloway, capitano della Commissione Disciplinare. La linea difensiva scelta consiste nel dimostrare che i due marine hanno sì ucciso, ma nella convinzione di ubbidire ad un preciso ordine del loro comandante Jessep, che avrebbe messo in atto il famigerato Codice rosso, un regolamento non scritto, ma tacitamente accettato nel corpo dei marine, che stabilisce severe sanzioni nei confronti di chi non si adatta alle rigide regole della vita di caserma.

 

TRACCIA TEMATICA

Il film denuncia l’esistenza all’interno delle caserme dei marines degli Stati Uniti di un insieme di regole non scritte in base alle quali possono essere sottoposti a pesanti punizioni coloro che non vengono ritenuti in grado di sottostare alla rigida disciplina del corpo. Si tratta, ovviamente, di una consuetudine illegale, che, però, viene praticata con la copertura e spesso l’incoraggiamento degli stessi superiori. Una pratica che evidenzia la presenza in seno alle forze armate di una mentalità stolidamente militarista, ispirata ad una nefasta mitologia maschilista e superomistica, che occhieggia a suggestioni ideologiche fascisteggianti e reazionarie (il tutto è ben sintetizzato dal personaggio del colonnello Jessup). Anche se non è proprio la stessa cosa del codice d’onore del film, il cosiddetto nonnismo che alligna nelle caserme italiane può essere citato a proposito. Ma la riflessione è estendibile a tutte le cosiddette istituzioni totali e separate (come il carcere, il collegio, ecc..), dove la mancanza di controllo da parte della società civile favorisce in molti casi forme di autoregolazione degenerative.

Il film, inoltre, carica di valenze simboliche, in chiave di supplenza paterna, la figura del comandante Jessup, che ha esercitato un forte ascendente sui due sottufficiali che hanno materialmente eseguito il pestaggio di Santiago. In questo senso questo spiccato influsso plagiatorio nei confronti dei sottoposti si ricollega al complesso di inferiorità verso il padre, grande avvocato defunto, vissuto dal giovane Kaffee, che sfidando (e sconfiggendo) l’altera arroganza di Jessup si misura con il ricordo dell’illustre genitore, liberandosi della sua ombra ingombrante.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Codice d’onore è una pellicola di impegno civile in senso democratico e antimilitarista, di solido impianto narrativo e di notevole investimento produttivo (gli attori principali sono tutti grandi star hollywoodiane), affidata ad un esperto regista che sa mettere a frutto le risorse di una sceneggiatura avvincente e tesa (si sente l’originale teatrale nel vigore dei dialoghi), calibrando ed intrecciando con sapiente equilibrio materiali che fanno riferimento ad alcuni dei generi più frequentati dall’industria cinematografica d’oltreoceano (il giallo, il giuridico-processuale, il bellico, il tutto infarcito di implicazioni psicanalitiche).

A Reiner va ascritto, inoltre, il merito di non aver ceduto a facili tentazioni retoriche e didascaliche, dividendo in modo schematico i personaggi in buoni e cattivi al fine di semplificare al massimo la trasmissione del messaggio antimilitarista del film. Al contrario si cerca di penetrare il più possibile nella mentalità da cui è scaturita la tragedia, cercando di capirla (ma non certo di giustificarla) e di analizzarla nelle sue implicazioni morali e psicologiche (il tema dell’obbedienza e della difficoltà ad ubbidire agli ordini).

Alla vicenda processuale si sovrappone, poi, il percorso di formazione del giovane avvocato Kafee che, sovrastato dal ricordo del padre, cerca una personale identità che gli faccia acquistare fiducia in se stesso: uno psicodramma tradizionalmente molto americano, forse un po’ banalizzato, ma condotto con toni discreti e credibili e ben amalgamato con la dinamica della storia.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia         A) Il corpo dei Marines.

                   B) Il nonnismo nelle caserme italiane.

Geografia     L’isola di Cuba e la base statunitense di Guantanamo.