Al posto del cuore

TITOLO ORIGINALE

A' la place du cœur

REGIA

Robert Guédiguian

SOGGETTO

Dal romanzo di James Baldwin If Beale Street Could Talk

SCENEGGIATURA

Jean-Louis Milesi, Robert Guédiguian

FOTOGRAFIA

Bernard Cavalié (colori)

MONTAGGIO

Bernard Sasia

INTERPRETI

Laure Raoust, Alexandre Ogou, Ariane Ascaride, Christine Brucher, Jean-Pierre Daroussin, Gèrard Meylan

PRODUZIONE

Gilles Sandoz per Agat Films

DURATA

112'

ORIGINE

Francia, 1998

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Primi amori

Amore/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

I vicini di casa

Problemi dell'immigrazione e della multietnicità/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica

 

TRAMA

Marsiglia. La bianca Clim e il nero Bébé si amano da quando erano piccoli. Ora Bébé è in prigione, ingiustamente accusato di aver violentato una profuga bosniaca, e Clim aspetta un figlio da lui. Adottato da una famiglia bianca, Bébé ha alle spalle dei genitori inadeguati: la madre, vittima di una crisi mistica, ha dimenticato il figlio e il padre si rifugia nell'alcool.Clim, invece, può contare su genitori uniti e completamente solidali con lei, tanto che sarà sua madre a recarsi a Sarajevo per convincere la donna che accusa Bébé ha ritrattare la denuncia.

 

TRACCIA TEMATICA

Al posto del cuore ribalta completamente la prospettiva con cui il Cinema ci ha abituati a guardare alla dimensione dei quartieri proletari, e cioè come luoghi di degrado materiale e morale, propedeutici alla criminalità e alla tossicodipendenza. Guédiguian ci propone, invece, un microcosmo depurato da ogni contaminazione disgregativa e caratterizzato da un' orgogliosa e consolidata identità all'interno della quale crescono i valori della solidarietà e dell'amicizia.

L'amore di Clim e Bébé si origina in questo contesto, nel quale l'isolamento e l'autosufficienza possono diventare una risorsa, soprattutto quando l'influenza esterna porta con sé il segno del razzismo e dell'intolleranza (il poliziotto che perseguita Bébé) o dell'infatuazione religiosa che indurisce il cuore (la madre di Bébé, afflitta da un molto simbolico mal di cuore).

E' significativo non solo come il rapporto fra i due adolescenti sia germogliato sullo sfondo del quartiere popolare dove abitano, ma anche come venga da loro concepito solo in una prospettiva di vita tutta interna ad esso (il modesto appartamento che deve diventare il loro nido d'amore) e legata ad un'attività (la scultura) libera, che non obbliga ad alcun vincolo. Alla crisi del lavoro subordinato e di fabbrica (ben simboleggiato dai problemi occupazionali dei genitori) i due ragazzi contrappongono uno stile di vita indipendente e autogestito.

Da Guédiguian (e dalla sua Marsiglia, roccaforte del razzismo di Le Pen, e dalla lontana Sarajevo, simbolo della tragedia dell'odio interetnico) ci giunge un messaggio di speranza e di fiducia nella possibilità dell'uomo di costruirsi, tramite la reciproca comprensione e l'amore, un futuro migliore.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il regista cerca di far coincidere con la purezza dei sentimenti espressi dai due innamorati (ma anche dai genitori di Clim) la purezza delle immagini, quasi sempre avvolte in una tersa luminosità, e delle inquadrature, prevalentemente fissate su un'essenziale frontalità. Si direbbe che la semplicità delle scelte formali si adegui alla semplicità (nel senso di genuinità e autenticità) evidenziata dal contenuto.

Semplicità non significa, però, semplicismo e banalità, anzi Guédiguian lavora con grande sensibilità fugurativa sui corpi di Clim e di Bébé, la cui fresca fisicità riempie lo schermo della loro voglia di vivere e di amarsi (difficilmente oggi al Cinema la nudità è mostrata con tanta discreta misura e la sessualità adolescenziale è espressa con tanta delicatezza). Anche lo scenario urbano del ghetto proletario di Marsiglia ci viene proposto in una visuale inedita, che sfrutta le sue contorte architetture e le vecchie abitazioni per consegnarcele con un tratto non privo di suggestioni (pensiamo agli spazi adibiti al gioco dei bambini o ai viadotti che possono diventare luogo di agguato ai danni della macchina della polizia) e di serena vivibilità (l'interno dimesso, ma ospitale e più che dignitoso dell'appartamento della famiglia di Clim). Assai efficace, inoltre, la sequenza del ballo collettivo al ristorante arabo, dove acutamente si coglie (e si rispetta) l'istintiva naturalità di questa specie di liberatorio slancio fisico (giustamente Clim considera come esso provenga dai testicoli).

Aldilà di qualche perdonabile cedimento ad un buonismo di maniera e a qualche stereotipo di troppo, Guédiguian ha fatto un film intenso e vitale, che rappresenta uno dei pochi tentativi del Cinema contemporaneo di affrontare i temi dell'amore giovanile e della società multietnica fuori dagli schemi abituali.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Geografia   A) La Francia: una società multietnica

B) Marsiglia

C) Sarajevo

Storia     La guerra civile nell'ex-Jugoslavia.