Un giorno da leoni

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Nanni Loy

SOGGETTO E SCENAGGIATURA

Alfredo Giannetti, Nanni Loy

FOTOGRAFIA

Marcello Gatti (bianconero)

MUSICA

Carlo Rustichelli

MONTAGGIO

Ruggero Mastroianni

INTERPRETI

Nino Castelnuovo, Leopoldo Trieste, Renato Salvatori, Thomas Milian, Romolo Valli, Carla Gravina, Corrado Pani

PRODUZIONE

Lux Vides Galatea

DURATA

118'

ORIGINE

Italia, 1961

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio/Triennio

PERCORSI

Resistenza

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Dopo l'8 settembre 1943 a Roma lo studente Danilo e un impiegato del ministero Michele cercano di raggiungere gli alleati che avanzano per non dover servire nella Repubblica Sociale che si sta costituendo nel nord d'Italia. Costretti a sfuggire alle retate dei tedeschi, nascostisi nella campagna laziale, i due si uniscono ad un gruppo di militari sbandati che ha deciso di combattere contro l'invasore nazista. Questo nucleo viene incaricato da un capo della resistenza di far saltare un ponte ferroviario su cui transitano dei convogli tedeschi carichi d'armi per il fronte. Tra dubbi, paure, reticenze e ripensamenti alla fine tutti si convincono della necessità di portare a termine la difficile missione.

 

TRACCIA TEMATICA

Danilo, studente timido e sensibile, Michele, ragioniere debole e impacciato, e Gino, gaglioffo dedito al mercato nero, sono tre pecore, tre italiani che di fronte alla tragedia che vive il paese decidono di non decidere, di non prendere posizione, di salvare innanzitutto la pelle. Qualcosa, però, scatta in loro, l'influsso del capo-partigiano su Michele, l'amore per una ragazza in Gino, uno scatto d'amor proprio in Michele, in modo da trasformarli in leoni, pronti a dare la vita per portare a compimento un'azione piena di rischi. Il motto fascista Meglio un giorno da leoni che una vita da pecore sfugge alla tronfia retorica militaresca del regime per assumere un significato di verità in riferimento al percorso di formazione dei protagonisti, che riscattano con un gesto eroico un'esistenza anonima e mediocre. La loro scelta non è dettata da una consapevolezza politica o da una spinta ideale, ma da un'opzione di natura morale che scaturisce dal rifiuto di un atteggiamento di passività che sarebbe ormai indistinguibile dalla vigliaccheria e dalla viltà.

Un giorno da leoni, che è uno dei pochi film sulla Resistenza nel centro-sud (un altro è Le quattro giornate di Napoli dello stesso Loy), sfugge ad una rievocazione celebrativa e retorica della lotta di liberazione, proponendoci la vicenda di un gruppo di antieroi pavidi e scalcagnati, costretti dalle circostanze ad assumersi le proprie responsabilità in un momento della Storia nazionale in cui la scelta peggiore era quella di non scegliere.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Esemplare tra i migliori di quel ciclo di film che il Cinema italiano dedicò alla Resistenza all’inizio degli anni Sessanta nell’ambito di un contesto politico in via di trasformazione (ci si avviava ai primi governi di centrosinistra) e più aperto al confronto con il passato recente della nostra Storia (nel periodo del centrismo degli anni Cinquanta l’8 settembre 1943 e la guerra partigiana erano stati argomenti quasi tabù), Un giorno da leoni si fa apprezzare per l’incisiva analisi psicologica e morale dei personaggi e per il vigore narrativo. Il primo aspetto emerge nell’efficace delineazione dei tre protagonisti (specialmente nel complesso di inferiorità del vulnerabile Michele e nel lacerante distacco di Danilo dall’adolescenza), il secondo in alcune sequenze di grande intensità drammatica (pensiamo all’uccisione della camicia nera Moratti e al registro epico dell’azione finale contro il ponte).

Meno convincente e più datata l’invadenza verbale del personaggio di Edoardo, le cui riflessioni politico-morali (probabilmente ritenute necessarie negli anni in cui il film fu girato) rallentano e appesantiscono il ritmo del film privilegiando una dimensione pedagogica che dovrebbe essere implicita nello sviluppo del racconto, e l’approssimativo bozzettismo con cui vengono tratteggiati i personaggi popolari (secondo un’esigenza di rappresentatività che forse vuole sottolineare la pluralità regionale del contributo alla Resistenza), più vicino ai modi della commedia all’italiana che non all’intento apertamente realista del film.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                    A) La Seconda Guerra Mondiale.

B) L’Italia in guerra e la guerra in Italia.

C) La Resistenza.

D) L’Italia all’inizio degli anni Sessanta.