Le quattro giornate di Napoli

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Nanni Loy

SOGGETTO

Vasco Pratolini

SCENEGGIATURA

Massimo Franciosa, Pasquale Festa Campanile, Nanni Loy, Carlo Bernari

FOTOGRAFIA

Marcello Gatti (bianconero)

MUSICA

Carlo Rustichelli

MONTAGGIO

Ruggero Mastroianni

INTERPRETI

Domenico Formato, Regina Bianchi, Frank Wolff, Jean Sorel, Lea Massari, Gian Maria Volonté, Aldo Giuffré

PRODUZIONE

Titanus

DURATA

116'

ORIGINE

Italia, 1962

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Resistenza

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Il 28 settembre1943 il popolo napoletano insorge contro l'occupante tedesco e si batte per quattro giorni con armi improvvisate e senza alcuna organizzazione. I tedeschi, sopraffatti da una rivolta che non avevano previsto e che costituisce il primo episodio di resistenza alla loro presenza sul suolo italiano, il 1°ottobre sono costretti alla resa e alla ritirata.

 

TRACCIA TEMATICA

All'inizio degli anni Sessanta un gruppo di registi formatisi alla scuola della commedia all'italiana (Monicelli, Comencini, Loy, Risi) decide di riproporre pagine della storia nazionale secondo un'ottica democratica e progressista. Sullo sfondo il contemporaneo spostamento a sinistra degli equilibri politici del paese (avvento del centro-sinistra). Fu una stagione intensa e ricca di titoli interessanti, che ebbe soprattutto il merito di far conoscere alle nuove generazioni fatti di rilievo della nostra storia nazionale. Le quattro giornate di Napoli si muove esemplarmente in questa direzione, raccontando quello che forse rimane l'unico episodio di resistenza nel meridione d'Italia.

Lungi dall'essere guidata da un preciso disegno politico e da una lucida consapevolezza ideologica (come la Resistenza nel nord d'Italia), la rivolta napoletana scaturisce da un istintivo e spontaneo rifiuto dei soprusi e delle prepotenze dell'occupante. Le motivazioni di chi partecipa alla lotta possono essere le più svariate (evitare la deportazione, vendicare un amico, salvare qualche conoscente ostaggio dei tedeschi, giocare alla guerra, ecc..), ma ciò che unifica questo moto di popolo è il desiderio diffuso di farla finita con la guerra e con la violenza pur usandone occasionalmente gli strumenti (il tutto ben sintetizzato dal A noi la guerra non ci piace che il popolano rivolge allo sprezzante ufficiale tedesco costretto ad arrendersi a degli straccioni e dal capitano che abbandona il mitra e scompare tra la folla).

Il film induce a pensare cosa sarebbe potuto essere il futuro del Mezzogiorno se le riserve di sane energie delle popolazioni meridionali fossero state utilizzate in direzione di una serie politica di sviluppo.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Le quattro giornate di Napoli, uno dei più bei film italiani sulla Resistenza, è un toccante e palpitante affresco corale e polifonico, nel quale si intrecciano tante storie individuali senza che nessuna prevalga sulle altre, per cui si può veramente sostenere che sia l’intero popolo napoletano, finalmente affrancato dal pittoresco folclore cui tanto Cinema nostrano l’aveva inchiodato, il vero protagonista del film. I casi singoli e la cornice storica che ne costituisce lo sfondo si integrano a vicenda in un mirabile equilibrio che alterna sapientemente dimensione privata ed evento collettivo che la sconvolge.

La pellicola, condotta all’insegna di un saldo vigore narrativo e di una straordinaria capacità di gestione delle masse e delle emozioni, regala momenti di grande Cinema: pensiamo alla dolorosa drammaticità della fucilazione pubblica del marinaio toscano, alla concentrata intensità dell’assedio allo stadio del Vomero, alla trascinante enfasi della sequenza dell’automobile che attraversa una Napoli deserta chiamando il popolo alla rivolta, al commovente e sommesso riconoscimento dei corpi delle prime vittime, al tono epicizzante delle scene di battaglia.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia         A) La Seconda Guerra Mondiale.

B) L’Italia nel conflitto.

C) le quattro giornate di Napoli.

D) La Resistenza.

E) L’Italia nei primi anni sessanta.

Geografia         Napoli