Giovanna d'Arco

TITOLO ORIGINALE

Jeanne d'Arc/The Messanger: The Story of Joan of Arc

REGIA

Luc Besson

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Andrew Birkin, Luc Besson

FOTOGRAFIA

Thierry Arbogast (colori)

MUSICA

Eric Serra

MONTAGGIO

Sylvie Landra

INTERPRETI

Milla Jovovich, John Malkovich, Faye Dunaway, Dustin Hoffman, Vincent Cassel, Tchéky Karyo

PRODUZIONE

Patrice Ledoux per Gaumont

DURATA

161'

ORIGINE

Francia, 1999

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Medioevo

Cinema e Storia

 

TRAMA

Guerra dei Cento Anni. Nel villaggio di Domrémy la tredicenne Giovanna d'Arco passa l'adolescenza in preghiera, sentendo voci ed assistendo a strane visioni. Quando la sorella viene violentata e uccisa durante un attacco degli inglesi, Giovanna si convince di essere stata investita da Dio della missione di salvare la Francia combattendo contro gli inglesi. Presentatasi nel 1428 al delfino di Francia, riesce a convincerlo a metterla alla guida di un esercito con il quale subito dopo libera Orléans e conquista Reims, trascinando con il suo ardore i soldati francesi ad imprese che sembravano impossibili. L'eroina vorrebbe continuare la guerra contro gli inglesi, ma a questo punto Re Carlo di Francia, che ella stessa ha contribuito in modo decisivo ad insediare sul trono, cerca la pace tramite la trattativa e così decide di abbandonare Giovanna. Catturata dai borgognoni, infidi mercenari al servizio degli inglesi, viene consegnata a quest'ultimi che contro di lei intentano un processo per stregoneria che si conclude nel 1431 con la sua morte al rogo.

 

TRACCIA TEMATICA

Nella figura di Giovanna d'Arco da sempre Storia e leggenda si confondono e mescolano e questa indistinzione è certamente alla base dell'alone mitico che avvolge questo personaggio, ripetutamente e periodicamente rivisitato in vario modo da Cinema e letteratura.

Besson ci propone un'interpretazione inedita della Pulzella d'Orléans, che si potrebbe definire laica e psicanalitica, che tende a superare la versione tradizionale della santa martire in mistico rapporto con Dio (ma anche quella più anticonformista e moderna della protofemminista condannata da un Potere maschile intollerante nei confronti di un'anomalia che avvertiva come minacciosa). La Giovanna del film ci appare, insomma, più umana e terrena rispetto al passato repertorio cinematografico, sia perché alla base della sua isterica ossessione guerriera antiinglese viene collocato il trauma dello stupro della sorella, sia per i dubbi che l'assalgono in carcere sulla veridicità delle sue visioni (forse anch'esse delle materializzazioni della sua ansia di vendetta, come la misteriosa figura che gli appare in cella lo è della propria tormentata coscienza) e sulla legittimità etica e religiosa dell'odio coltivato e del sangue versato. Alla fine s'insinua in lei addirittura il sospetto che la natura degli esseri che le si mostravano durante l'adolescenza non sia divina, ma demoniaca.

Mai nessuno, prima di Besson, si era spinto così avanti nella trasgressione e reinvenzione relativa ad un vero e proprio monumento storico, osannato dalla Francia e santificato dalla Chiesa cattolica.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il film si divide in due parti distinte: la prima, bellico-epica, dominata dal gusto del kolossal contemporaneo (il film è francese, ma il modello di riferimento è la superproduzione hollywoodiana) per l'eccesso e l'accelerazione: ritmo frenetico e congestionato, continui tagli di montaggio, movimenti di macchina convulsi e mozzafiato, inquadrature deformanti (frequente l'uso del grandangolo), magniloquente grandiosità, visionarietà computerizzata, sangue e adrenalina a volontà, musica sparata, recitazione costantemente sopra le righe; la seconda, psicologico-introspettiva, più statica e ragionata, incentrata sull'emersione del rimosso-rimorso di Giovanna e sul suo travaglio morale, giocata sulla visualizzazione dei suoi fantasmi interiori e sul suo conflitto con un tribunale ecclesiastico subalterno al potere politico. La prima è la migliore per l'indubbia forza visiva delle immagini e la spettacolarità delle sequenze di battaglia, la seconda (la più provocatoria ed originale) delude per il modo troppo spiegato e insistito con cui viene mostrata l'intima lacerazione della protagonista (l'invenzione dell'incarnazione della coscienza di Giovanna in una specie di monaco tenebroso in funzione di psicanalista, visibile a momenti alterni perché lo spettatore capisca bene che si tratta di una sua proiezione mentale, è francamente indigesta).

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia              A) La guerra dei Cento Anni.

                        B) La figura di Giovanna d'Arco e gli atti del processo.

Religione         La canonizzazione di Giovanna d'Arco.