Vatel

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Roland Joffé

SOGGETTO

Jeanne La Brune

SCENEGGIATURA

Tom Stoppard

FOTOGRAFIA

Robert Fraissé (colori)

MUSICA

Ennio Morricone

MONTAGGIO

Noelle Boisson

INTERPRETI

Gérard Depardieu, Uma Thurman, Tim Roth, Timothy Spall, Arselle Dombasle, Hywel Bennet, Richard Griffiths, Julian Sands

PRODUZIONE

Alain Goldman, Roland Joffé

DURATA

117’

ORIGINE

Francia-Gran Bretagna, 2000

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Seicento

Cinema e storia

 

TRAMA

Francia, 1671. Il re Luigi XIV annuncia al principe di Condé che è intenzionato a fargli una visita presso il suo palazzo di campagna con tutta la corte di Versailles. In rovina economica il principe di Condé affida le ultime possibilità di ingraziarsi il sovrano e risollevare così la sua malferma situazione finanziaria al suo maestro di cerimonie Vatel. Se questi saprà conquistare il re Sole con la sua riconosciuta maestria nel preparare pranzi raffinati e spettacoli sontuosi, al principe di Condé arriderà di nuovo la fortuna.

 

TRACCIA TEMATICA

La dimensione simbolica rinvenibile in Vatel si dirama in più ipotesi interpretative.

1.  L’instancabile prodigarsi di Vatel e della servitù al servizio del principe di Condé con quel tanto di abnegazione, esperienza o semplicemente disponibilità al sacrificio (fino alla vita, come è il caso del decesso sul lavoro di uno dei tanti operai impegnati nell’allestimento degli scenari) richiama alla mente quella folla anonima e spesso sofferente che nel corso dei secoli ha dato un contributo decisivo nella creazione di monumenti ed opere d’arte che hanno reso celebri solamente artisti e governanti.

2.  Vatel, insieme alla massa dei suoi sottoposti e collaboratori, rappresenta il Terzo Stato (borghesia e popolo) sottoposto alla nobiltà vacua e parassitaria. Intraprendente e creativo, dinamico e inventivo, il maestro di cerimonie di Condé incarna le virtù della classe destinata di lì ad un secolo a conquistare il potere con la rivoluzione francese. Essendo ancora prematura nel Seicento la piena consapevolezza del proprio ruolo storico, alla rivoluzione contro la monarchia assolutista si possono sostituire solo manifestazioni di sterile rivolta e rifiuto, come è ben rappresentato dal suicidio del protagonista.

3. Vatel come il regista cinematografico (come lo stesso Joffé, se vogliamo), impegnato allo spasimo nel tentativo di stupire lo spettatore con le sue trovate e con i suoi giochi illusionistici, forse un po’pacchiani, ma sempre di grande effetto visivo e scenografico. Il riferimento può essere inteso al film stesso, una produzione europea finalizzata a competere sul piano della grandiosa spettacolarità con il Cinema hollywoodiano e con la sua strapotenza economica (il principe di Condé=Cinema europeo; il re Sole-Versailles=Cinema hollywoodiano)

 

VALUTAZIONE CRITICA

Vatel investe soprattutto sulla capacità di ricreare la magnificenza debordante e incontrollata del gusto barocco-rococò del Seicento francese, improntato all’esaltazione estrema dell’effetto illusionistico e quindi al trionfo dell’apparenza sulla realtà. Ne esce così un film dove le scenografie e i costumi acquistano un’assoluta centralità, perché è soprattutto su di essi che si misura l’alto tasso di spettacolarità e di magniloquenza visiva e decorativa cui questa coproduzione franco-britannica è improntata. Più che raccontare, quindi, la pellicola si concentra sul mostrare, sulla sottolineatura dell’assoluta eccezionalità di ciò che lo spettatore sta guardando. Il montaggio frenetico e l’inesausto movimento della macchina da presa risultano funzionali a questa strategia di privilegiamento delle cose sugli attori e le loro vicende. Gli intrighi di corte, le psicologie dei personaggi e pure il dramma esistenziale del protagonista Vatel finiscono per essere oscurati dalla fastosa evocazione d’epoca che gronda da ogni inquadratura. “La cornice soffoca il quadro” (Morando Morandini).  

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                         A) La Francia di Luigi XIV

                                   B) Il  principe di Condé

Storia dell’arte         Lo stile barocco e rococò