Bloody Sunday
TITOLO ORIGINALE Idem
REGIA Paul Greengrass
SOGGETTO Dal libro di Don Mullan Eyewitness Bloody Sunday
SCENEGGIATURA Paul Greengrass 
FOTOGRAFIA Ivan Strasburg (colori)
MONTAGGIO Clare Douglas
MUSICA Dominic Muldon
INTERPRETI James Nesbitt, Tim Piggot-Smith, Nicholas Farrell, Gerard McSorley, Kathy Keira Clarke
PRODUZIONE Arthur Lappin, Mark Redhead per Hell’s Kitchen Films/Portman Entertainment Group/Granata Television
DURATA 107’
ORIGINE Gran Bretagna-Irlanda, 2002
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Triennio
PERCORSI

Questione irlandese

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Derry, Irlanda del Nord, 30 gennaio 1972. Nella contea dell’Ulster si svolge una pacifica dimostrazione a favore dei diritti civili. L’esercito inglese, che da anni occupa il territorio per interporsi fra le due comunità cattolica e protestante in conflitto, interviene per arrestare alcuni partecipanti al corteo. Ad un posto di blocco la situazione degenera e le forze armate britanniche iniziano a sparare sulla folle inerme. Il bilancio è tragico: 13 morti e 14 feriti. L’episodio passerà alla storia come la “Domenica di sangue”.

 

TRACCIA TEMATICA

Il film ricostruisce in tutta la sua drammaticità una delle pagine più tragiche della guerra civile irlandese, denunciando le gravi responsabilità dell’esercito britannico nell’aver scatenato una repressione che non trova nessuna giustificazione e che fornisce alimento alla risposta violenta dell’IRA, esercito irlandese che persegue con la lotta armata il progetto di unificazione dell’Irlanda del Nord alla cattolica Repubblica irlandese (estremamente significativo del concetto di inarrestabile spirale della violenza il reclutamento dei giovani irlandesi cattolici nelle file dell’IRA nel finale del film).

Con la domenica di sangue svanisce il sogno di Ivan Cooper, generoso leader del movimento per i diritti civili, che ispirandosi a Gandhi e M. L. King crede nell’ideologia e nella pratica della non-violenza. Anche nell’esercito inglese c’è chi vorrebbe fronteggiare la manifestazione con una ragionevole intento di evitare incidenti, ma la pulsione irrazionale allo scontro alla fine prevale su qualunque altra possibilità.

Alla catastrofe collettiva si intrecciano e sovrappongono tante piccole vicende individuali, storie destinate a confluire nel massacro finale, grumi di un’umanità che non ha nulla di grandioso o eroico, ma che aspira semplicemente a testimoniare la propria opposizione all’assurdità della violenza e della guerra.  

 

VALUTAZIONE CRITICA

La scelta stilistica che sorregge e sostanzia in modo particolarmente originale il film è quella di assegnare all’intera pellicola una patina documentaristica, tale da accentuare la forte impressione di realismo che costituisce una delle caratteristiche dominanti di Bloody Sunday. Gli strumenti linguistici cui al tal fine il regista si affida sono molteplici. Il più efficace è certamente l’uso della macchina a mano e dei continui scarti di montaggio, procedimenti questi che comunicano un incisivo senso di improvvisazione e casualità simile a quello di un reportage televisivo. L’esito è quello di una continua soggettiva che sprofonda lo spettatore nel vivo degli avvenimenti con conseguente intenso effetto di immedesimazione e partecipazione diretta. Allo stesso risultato contribuiscono le frequenti dissolvenze in nero, che frammentano la continuità narrativa. I colori denaturati (vicini, cioè, al bianconero) conferiscono allo sfondo una prevalenza di toni freddi e plumbei, che ben s’intonano con la tragedia che in questo fosco scenario si consuma.  

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                            La guerra civile in Irlanda del Nord

Geografia                     L’Irlanda del Nord