Il grande dittatore

TITOLO ORIGINALE The Great Dictator
REGIA Charles Chaplin

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Charles Chaplin

FOTOGRAFIA

Rollie Totheroh, Karl Strauss (bianconero)

MUSICA

Charles Chaplin

MONTAGGIO

Willard Nico

INTERPRETI

Charles Chaplin, Paulette Godard, Jack Oakie

PRODUZIONE

United Artists

DURATA

126’

ORIGINE

Stati Uniti, 1940

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Nazismo

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

 Il barbiere ebreo Charlot combatte sul fronte della Prima Guerra Mondiale, dove a causa di un incidente aereo perde la memoria. Quando torna nella sua città dopo anni d’ospedale non sa che il suo paese è dominato dalla dittatura di Hynkel, che scatena i suoi uomini contro gli ebrei. Charlot è costretto alla fuga dalle persecuzioni del regime, ma per la sua straordinaria rassomiglianza con il dittatore Hynkel viene scambiato per lui e così gli si offre l’opportunità di pronunciare un discorso al mondo intero nel quale esprime la sua fede nella pace e nella giustizia.

 

TRACCIA TEMATICA

Iniziato nel 1938, ancor prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Il grande dittatore costituisce la più feroce satira antinazista prebellica, il che spiega anche l’uso di una terminologia di trasparente allusività, ma non esplicita (Hitler diventa Hynkel, Mussolini Napoloni, la Germania la Tomaia e così via). Il grande Charles Chaplin sceglie il registro del grottesco e del comico per mettere in ridicolo la tronfia megalomania del totalitarismo nazista e del suo capo (come pure del suo alleato Mussolini) e per denunciare la brutalità delle persecuzioni antisemite (quasi l’intero film è ambientato in un ghetto ebraico). Il tono irridente e farsesco che trasforma due figure in quegli anni al massimo del loro potere, come Hitler e Mussolini, in ridicoli e buffoneschi cialtroni appare di indubbia incisività e dimostra come a volte la satira può essere di grande efficacia in funzione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e lotta politica. Il discorso finale di Charlot mascherato da Hynkel assume il significato di un vero e proprio testamento ideale e morale del regista Chaplin ispirato ai valori della democrazia e del progresso sociale.

L’importanza del film va valutata anche alla luce del fatto che all’epoca della sua uscita gli Stati Uniti non erano ancora in guerra con la Germania e ancora poco si sapeva degli orrori del Nazismo e ancor meno della persecuzione antisemita. E questa considerazione non fa che ingigantire i meriti civili e storici della pellicola e dimostrare come il Cinema possa a volte svolgere un fondamentale ruolo di supplenza informativa.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Ancora a mal partito con il sonoro, Chaplin privilegia il linguaggio a lui più congeniale della gag del cinema muto, dalle quali proviene anche il personaggio di Charlot, il vagabondo romantico e dal cuore d’oro, che era stato il protagonista di tantissimi film del regista, che di questo personaggio ha finito per fare una specie di alter-ego, incarnazione della sua concezione di vita all’insegna di un pacifismo poeticamente anarchico e trasognato. La difficoltà del regista nel gestire in modo originale il sonoro si coglie appieno se si confrontano le parti dialogate (tutte piuttosto convenzionali, se non apertamente retoriche, come i discorsi di più esplicita evidenza morale e politica)   e quelle dinamiche, all’insegna quest’ultime di una mimica gestuale assolutamente esilarante nella sua geniale comicità. E’ qui che noi assistiamo al meglio della grande arte cinematografica di Chaplin, fatta di grandi intuizioni umoristiche e di caustiche (ma mai volgari o banali) frecciate contro il potere ed i potenti.

Il Grande dittatore uscì in Italia nel 1949 con circa 4’ di tagli (venne eliminata la parte in cui appare la moglie di Mussolini–Napoloni, che all’epoca era ancora vivente) e solo nel 2002 è stata distribuita una versione integrale restaurata.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                             a) Il regime nazista e il regime fascista

                                        b) L’antisemitismo dalle origini all’Olocausto

                                        c) Il mondo alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale

                                        d) La Prima Guerra Mondiale