Fuga per la vittoria
TITOLO ORIGINALE |
Escape to Victory |
REGIA |
John Huston |
SOGGETTO |
Dal romanzo di Yabo Yablonsky, Djordje Milicevic, Jeff Maguire |
SCENEGGIATURA |
Evan Jones, Yabo Yablonsky |
FOTOGRAFIA |
Gerry Fisher (colori) |
MONTAGGIO |
Roberto Silvi |
INTERPRETI |
Max Von Sydow, Michael Caine, Sylvester Stallone |
PRODUZIONE |
Fred Fields per la Victory Lorimar |
DURATA |
113’ |
ORIGINE |
Stati Uniti, 1981 |
REPERIBILITA' |
Homevideo-Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Biennio-Triennio |
PERCORSI |
Calcio |
TRAMA
Nel 1943 lo Stato maggiore tedesco organizza un incontro di calcio a Parigi tra una selezione di internati alleati in un campo di prigionia e la nazionale di calcio tedesca. Nelle intenzioni delle gerarchie tedesche la partita deve assumere una funzione di propaganda e la vittoria non può assolutamente sfuggire alla nazionale germanica, che a questo fine è spudoratamente favorita dall’arbitraggio. La squadra degli alleati, i cui componenti avevano inizialmente progettato di approfittare della manifestazione sportiva per tentare la fuga, messa sotto per 4-1 nel primo tempo, rinuncia ai proposito d’evasione per tentare di ribaltare il risultato per rinfrancare la popolazione della Francia occupata.
TRACCIA TEMATICA
Il film è ispirato ad un reale evento storico. La partita di calcio tra prigionieri russi e soldati tedeschi svoltasi a Kiev nel 1943 durante l’occupazione dell’Unione Sovietica. L’esito dell’incontro a favore dei prigionieri irritò gli ufficiali tedeschi, che ordinarono l’uccisione di tutti i giocatori russi. Fuga per la vittoria, oltre ad un’altra ambientazione, propone un finale decisamente più consolatorio rispetto ai fatti cui la pellicola si ispira.
Aldilà degli obblighi spettacolari cui deve necessariamente sottostare (e il lieto fine è sicuramente il principale), Fuga per la vittoria intende essere un’esaltazione dello spirito sportivo più autentico e disinteressato, ben incarnato dall’ufficiale tedesco Von Steiner, grande appassionato di calcio, che, dimentico completamente dei secondi fini per cui la partita è stata voluta dai suoi superiori, si esalta alle prodezze del nero fuoriclasse della squadra degli alleati, scandalizzando i suoi colleghi nazisti.
La presenza decisiva di un calciatore di colore (il grande Pelè) sembra quasi riproporre il ruolo da protagonista che l’atleta nero Jesse Owens ebbe nelle olimpiadi di Berlino del 1936 (che dovevano celebrare la superiorità fisica della razza ariana su tutte le altre), vincendo tante gare e facendo irritare Hitler che non volle stringergli la mano.
La caratteristica più importante del film è sicuramente di essere nella storia del cinema la pellicola di genere sportivo che assomma tra gli interpeti il maggior numero di veri professionisti del mondo delle sport (Pelè, Bobby Moore, Ardiles, Deyna). Il pregio di Fuga per la vittoria va ricercato nella solidità di un impianto narrativo di grande efficacia e coinvolgimento, che riesce a fondere al suo interno generi diversi (oltre allo sportivo, il genere carcerario, di evasione, bellico, resistenziale), sfruttandone al meglio i meccanismi maggiormente consacrati dalla tradizione cinematografica. Non c’è né spessore psicologico, né rigore storiografico, ma questo poco importa di fronte alle emozioni e ai colpi di scena che il film garantisce. Per questo basta la più che rodata contrapposizione Bene-Male offertaci nella versione più immediata ed elementare.
Storia a) La Seconda Guerra Mondiale
b) Il vero episodio cui il film è ispirato
Educ. Fisica I campioni coinvolti nelle riprese del film