Ogro

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Gillo Pontecorvo

SOGGETTO

Julien Aguirre

SCENEGGIATURA

Gillo Pontecorvo, Ugo Pirro, Giorgio Arlorio

FOTOGRAFIA

Marcello Gatti (colori)

MONTAGGIO

Mario Morra

INTERPRETI

Gian Maria Volonté, Saverio Marconi, José Sacristàn, Eusebio Ponceia, Angela Molina

PRODUZIONE

Franco Cristaldi e Nicola Carraro per Vides Cinematografica (Roma), Sabre Film (Madrid), Action Film (Parigi)

DURATA

121’

ORIGINE

Francia-Italia-Spagna, 1979

REPERIBILITA'

Homevideo-Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Terrorismo-Lotta armata

Novecento/Cinema e storia

 

TRAMA

Spagna, 1973. L’ETA, gruppo armato clandestino basco, organizza un attentato per eliminare l’ammiraglio Carrero Blanco, che il dittatore spagnolo Franco ha appena nominato come proprio successore. I guerriglieri dell’ETA scavano un tunnel sotto il percorso che ogni giorno Blanco percorre in automobile e lo riempiono di esplosivo per farlo esplodere al passaggio dell’ammiraglio.

 

TRACCIA TEMATICA

Al centro del film si colloca la contrapposizione tra due diverse concezioni di lotta politica rivoluzionaria. Da una parte quella incarnata da Txabi, che nonostante la Spagna sia ormai diventata una democrazia (per quanto ancora giovane e quindi fragile) rimane fedele alla pratica della lotta armata (ancor oggi l’ETA rivendica, seppur a fasi alterne e con lunghi periodi di sospensione nell’uso della violenza, l’indipendenza dei Paesi baschi attraverso l’uso di azioni terroristiche) e dall’altra Ezarra, che propugna l’adesione ad un metodo di lotta pacifico inteso a sfruttare gli spazi aperti dalla fine della dittatura spagnola. Non un rifiuto aprioristico, quello di Ezarra, all’uso della forza, ma una sua relativizzazione  a specifici contesti in cui non è concessa alcuna alternativa democratica.

La morte di Txabi nel corso di un attentato sembra confermare quanto già emerge dalle discussioni di cui il film è intessuto: l’adesione del regista alle tesi di Ezarra.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Ogro (da Orco, il soprannome appioppato a Carrero Blanco) doveva essere una ricostruzione dell’attentato che nel 1973 (ancora in piena dittatura franchista) portò all’uccisione del delfino di Franco. Se il film di Pontecorvo non si limita a questo è perché durante la sua lavorazione (nella primavera del 1978) avvenne in Italia il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse e questo impose al regista di rivedere la sceneggiatura perché il suo film non solo non apparisse come una specie di giustificazione del terrorismo, ma contenesse al suo interno anche una specie di dibattito sulla legittimità o meno dell’uso della violenza come strumento di lotta politica. E questo con l’evidente scopo di esprimere una netta presa di distanza dalle azioni delle Brigate Rosse. Insomma, si parla della Spagna, ma il pensiero è rivolto all’Italia.

Questa specie di immissione dell’attualità italiana in un’opera che doveva occuparsi di altro non ha giovato  alla pellicola, che appare appesantita da un eccesso di verbosità (più adatta ad una polemica giornalistica o ad un dibattito televisivo) che ne rallenta il ritmo e l’efficacia narrativa e che mal si concilia con un film d’azione che vuole essere una specie di Thriller-politico (quale in parte, quella migliore, resta Ogro).

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                                  a) La guerra civile spagnola 1936-39

                                            b) la dittatura franchista in Spagna

                                            c) La nascita della Spagna democratica

                                            d) Il movimento dell’ETA e la lotta  per l’indipendenza nei Paesi baschi

Geografia                              I paesi baschi