Katyn

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Andrzej Wajda

SOGGETTO

Dal romanzo Post mortem di Andrzej Mularczyk

SCENEGGIATURA

Andrzej Wajda, Przemyslaw Nowakowski, Wladyslaw Pasikowski

FOTOGRAFIA

Pawel Edelman (colori)

MONTAGGIO

Milenia Fleder, Rafal Listopad

MUSICA

Krzysztof Penderecki

INTERPRETI

Maja Ostaszewska, Artur Zmijewski, Andrzej Chyra, Jan Englert. Danula Stenka, Pawel Malaszynski, Magdalena Cielecka

PRODUZIONE

Michal Kwiecinski, Dominique Lesage, Dariusz Wieromiejczyk per Akson Studio/Telewizja Polska S.A./Polski Instytut Sztuki Filmowej/Telekomunikacja Polska

DURATA

118’

ORIGINE

Polonia, 2008

REPERIBILITA'

Homevideo-Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Comunismo, Stalinismo, Socialismo reale

Novecento/Cinema e Storia

 

 TRAMA

17 settembre 1939: dopo l’invasione nazista della Polonia e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, anche l’esercito sovietico invade la parte orientale del paese. L’armata rossa cattura migliaia di ufficiali dell’esercito polacco e l’anno successivo li stermina nella boscaglia di Katyn. Nel dopoguerra i sovietici incolperanno del massacro i tedeschi.

  

TRACCIA TEMATICA

 Per tutto il periodo nel corso del quale la Polonia è stata assoggettata al controllo sovietico il regime comunista di questo paese ha sostenuto la falsa versione che la strage di Katyn fosse responsabilità dei tedeschi, vietando severamente di affermare ciò che quasi tutti sapevano: cioè che l’eccidio fu eseguito dai servizi segreti sovietici su ordine di Stalin (nel 1990 l’allora segretario del Pcus Gorbaciov  ha riconosciuto la responsabilità del suo paese nell’eccidio).

Wajda, il cui padre morì a Katyn, rievoca questa tragica pagina della storia polacca soffermandosi in particolare su quattro aspetti: il dramma della sua nazione, stretta nel 1939 nella morsa delle due potenze che storicamente hanno sempre minacciato e soffocato la sua indipendenza, il tremendo dramma psicologico dei familiari delle vittime che aspettano con ansia qualche notizia dai loro cari, il cinico sfruttamento dell’accaduto da parte degli occupanti tedeschi e il plumbeo clima di repressione e mistificazione del nascente regime filosovietico che per anni nasconderà la verità.

  

VALUTAZIONE CRITICA

 Con questo vibrante atto d’accusa contro tutti i totalitarismi l’ormai anziano regista Wajda, che con il suo Cinema ha dato un importante contributo alla crisi del regime comunista polacco (con L’uomo di marmo e L’uomo di ferro denuncia i crimini del periodo stalinista), suggella la sua carriera cinematografica

Benché accusi qualche limite, imputabile ad un eccesso di percorsi personali coinvolti nella tragedia di Katyn e di conseguenza all’affrettata dinamica narrativa con cui alcuni di questi vengono risolti ed ad una qualità di dialoghi piuttosto approssimativa  e di non eccelso livello (si potrebbe parlare di medietà televisiva con tanto di prevalere di intento didascalico),  il film di Wajda offre le sue cose migliori nella ricostruzione ambientale, che costringe i personaggi in interni cupi e ristretti che ben si coniugano con l’atmosfera oppressiva che  stringe la Polonia, nell’andamento secco ed essenziale, privo di enfatizzazioni e  compiacimenti,  in sintonia con  l’estrema dignità con cui i familiari delle vittime affrontano il loro dolore e nell’intenso finale nel quale si rievoca con incalzante drammaticità   il compiersi della strage con una forte sottolineatura dell’implacabile e brutale sistematicità con cui essa si svolge.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

 Storia                                              a) La Seconda Guerra Mondiale

                                                         b) Lo stalinismo e l’Unione Sovietica

                                                         c)  La Polonia e il blocco sovietico nel secondo dopoguerra

                                                         d) Il crollo del comunismo e la fine dell’Unione Sovietica

Geografia                                         La Polonia