Crooklyn

TITOLO ORIGINALE Idem
REGIA Spike Lee
SOGGETTO Joie Susannak Lee
SCENEGGIATURA Joie Susannak Lee, Spuke Lee, Cinqué Lee
FOTOGRAFIA Arthur Jafa (colori)
MUSICA Terence Blanchard
INTERPRETI Alfred Woodard, Delroy Lindo, Zelda Harris
PRODUZIONE Jon Kilik, Monty Ross, Spike Lee
DURATA 124'
ORIGINE USA, 1994
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Biennio-Triennio
PERCORSI

Genitori e figli

La famiglia/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

TRAMA

Brooklyn, anni settanta. La vita, le difficoltà a tirare avanti, le speranze, i dolori, le liti, le gioie di una famiglia di colore che vive nel famoso quartiere multietnico newyorchese. La moglie è la vera guida: è l'unica che lavora e che gestisce con energia i cinque vivacissimi figli, mentre il padre insegue vaghe ambizioni di musicista. Della numerosa prole il caso più preoccupante è Troy, una bambina di nove anni, che reagisce con furtarelli e dispetti d'ogni tipo ai fratelli e agli amici. La morte della madre per malattia segna una svolta nella vita della famiglia.

 

TRACCIA TEMATICA

Il quartiere multietnico, con la sua intensa vita di strada e la sua variegata tipologia umana (il regista Spike Lee si concede un'apparizione nelle vesti di uno dei due prepotenti bulletti drogati che cercano di rubare i soldi ai più piccoli) è certamente uno dei protagonisti: un intreccio corale di bambini vocianti, di frustrate velleità canore, di affitti e bollette arretrati, di diverbi continui e di immaginario televisivo. Una collettività marginale e ghettizzata che vive con il sussidio statale e lambita dalla microcriminalità, ma che nonostante tutti i suoi problemi quotidiani esprime una solida vitalità.

Altro protagonista è la madre di Troy, donna di grande personalità, decisa a garantire ai figli un ambiente decoroso in cui abitare e un avvenire dignitoso, dura e irremovibile nel guidare una famiglia di difficile gestione, sa essere dolce e sensibile quando occorre.

Centrale il personaggio di Troy, bambina inquieta e problematica, ma tutto sommato ben inserita nel mondo del quartiere (quando va dalla zia benestante, in un bel villino di periferia, non si trova a suo agio), che trapassa ad una repentina maturazione dopo la morte della madre.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Spike Lee rivolge al quartiere e a chi lo popola lo sguardo affettuoso e complice di chi si trova ad essere autobiograficamente coinvolto dal microcosmo che rievoca.

Il regista opta per un modulo essenzialmente realista, intento a restituire in termini di credibile verosimiglianza psicologica e comportamentale la galleria di personaggi comuni, in ambienti comuni, che anima il film, ma non rinuncia alle sue peculiarità stilistiche: la mobilità della macchina da presa, che insegue con morbidi movimenti i giochi dei bambini e con brusche e nervose panoramiche gli scontri verbali, il gusto visionario dello sballo dei teppisti drogati e del sogno di Troy, l'uso delle canzoni d'epoca per dare ritmo alle sequenze, l'invenzione visiva dello restringimento delle figure nella parte in cui Troy si trova dalla zia, che induce nello spettatore un disagio che è il corrispettivo dell'insofferenza della protagonista.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Geografia   A) Storia e vita quotidiana del quartiere di Brooklyn. B) La società multirazziale statunitense.