TITOLO ORIGINALE | The Warriors |
REGIA | Walter Hill |
SOGGETTO | Dal romanzo omonimo di Sol Yurick |
SCENEGGIATURA | David Shaber, Walter Hill |
FOTOGRAFIA | Andrew Laszlo (colori) |
MUSICA | Barry De Vorzon |
MONTAGGIO | David Holden |
INTERPRETI | Michael Beck, James Remar, Thomas Waites, Dorsey Wright |
PRODUZIONE | Lawrence Gordon per Paramount |
DURATA | 90' |
ORIGINE | USA, 1979 |
REPERIBILITA' | Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE | Triennio |
PERCORSI | Gioventù violenta Il disagio/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società |
TRAMA
Una banda giovanile di New York, i Warriors, si reca ad un convegno di tutte le gang della città organizzato dal potente capo dei Riffs, che vuole porre fine alle lotte tra i gruppi. Qualcuno tra la folla però gli spara, facendo ricadere la colpa sui Warriors, che devono subito scappare inseguiti da tutte le bande. Inizia una notte drammatica, nel corso della quale i Warriors devono affrontare insidie ed ostacoli d'ogni genere, finché all'alba ritornano nel loro quartiere, dove li aspettano i Riffs, che nel frattempo hanno smascherato il vero colpevole dell'assassinio del loro capo. TRACCIA TEMATICAIl film propone il paradigma narrativo dell'Odissea, calando la vicenda in una dimensione epico-avventurosa, che finisce per assorbire, fino quasi ad annullarla ogni possibilità di lettura in chiave sociologica
. I guerrieri della notte non è tanto un film sulla violenza giovanile, per quanto essa vi occupi un ruolo importante, difficilmente un giovane d'oggi può ritrovare in esso qualcosa in cui identificarsi, ma un viaggio attraverso i luoghi narrativi più frequentati del Cinema d'azione americano (inseguimenti, scontri violenti, inganni, tradimenti, ecc..). Ogni psicologismo è bandito, i personaggi sono pure maschere (a volte in senso letterale) e funzioni narrative (servono cioè a far procedere la dinamica della narrazione), non c'è alcun tentativo di spiegare il loro modo di essere e di comportarsi.La stessa New York perde la propria concretezza per trasformarsi in una specie di foresta dove vige la legge del più forte (in questo senso si fa metafora dell'attuale degrado urbano) e la metropolitana diventa spazio privilegiato dell'azione, luogo insidioso e protettivo nel contempo, dove è necessario sapersi muovere se si vuole sopravvivere.
La notte, infine, immerge il film in un'atmosfera irreale di sogno (simbolo quasi del buio della sala cinematografica, luogo deputato alla manipolazione del reale): l'alba livida che accoglie i Warriors stremati sembra stampare sui loro volti l'espressione sgomenta di chi si è risvegliato da un incubo, ma anche delusa di chi deve confrontarsi di nuovo con la banalità quotidiana.
VALUTAZIONE CRITICA
I guerrieri della notte ben si presta a simboleggiare il passaggio, alla fine degli anni settanta, dalla stagione della New Hollywood, che tendeva a contrapporre la realtà della società americana, anche nei suoi aspetti meno eroici ed edificanti, agli schemi mitici che la vecchia Hollywood applicava al mondo e alla Storia, a una nuova fase dominata dal recupero della tradizione Hollywoodiana rivalutata e apprezzata proprio per la sua capacità di manipolazione e mistificazione della realtà. Dalla modernità della New Hollywood si passa alla postmodernità del Cinema americano degli anni ottanta: non si guarda più alla società per tradurla sullo schermo, ma all'immaginario consolidato da anni di pratica cinematografica, a cominciare dall'apparato mitologico del grande Cinema classico della tradizione, per produrre nuovo immaginario. Se è vero che il Cinema è la fabbrica dei sogni (o degli incubi), questo assunto viene portato alle estreme conseguenze.
Hill (con Spielberg, Coppola, Cimino ed altri) esprime questa idea di Cinema antirealista e visionaria e la realizza a pieno in questo iperrealista (utilizzante cioè i dati della realtà in modo così fedele da trasmettere una sensazione di astrattezza) I guerrieri della notte, noir, thriller, musical e persino western insieme, rivisitazione originale e inventiva di una tradizione cinematografica di violenza giovanile che vanta titoli come Gioventù bruciata (1955) e West Side Story (1961).