Léon

TITOLO ORIGINALE Idem
REGIA Luc Besson
SCENEGGIATURA Luc Besson
FOTOGRAFIA Thierry Arbogast (colori)
MUSICA Eric Serra
MONTAGGIO Sylvie Landra
INTERPRETI Jean Reno, Gary Oldman, Natalie Portman, Danny Aiello
PRODUZIONE Luc Besson per Gaumont/Les Films du Dauphin
DURATA 110'
ORIGINE Francia/USA, 1994
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Biennio-Triennio
PERCORSI

L'uomo e il bambino

Incontro con l'altro/Diversità/Uomo e Società

 

TRAMA

Léon fa di professione il killer, è analfabeta e vive solo in uno spoglio appartamento. Un giorno la famiglia dirimpettaia viene sterminata da una banda di poliziotti corrotti della narcotici. Si salva solo la dodicenne Mathilda, che Lèon finisce per prendere con sé e proteggere: lui le insegna ad usare le armi e lei a leggere e a scrivere. Tra l'uomo e la bambina matura un tenero rapporto, ma la polizia corrotta è sulle loro tracce e fa irruzione nell'appartamento dove vivono. Léon si sacrifica per mettere in salvo Mathilda.

 

TRACCIA TEMATICA

Léon è un solitario, che vive in una dimensione monastica e coltiva abitudini e passioni infantili (beve continuamente latte, ha come amico un maialino di pezza e va matto per i musical): il suo analfabetismo esprime bene la sua regressione psicologica. La pianta che coltiva con cura simboleggia il suo sradicamento e il suo unico investimento affettivo.

Mathilda è una bambina triste e infelice, priva di solidi riferimenti familiari, ansiosa di crescere e per questo incline ad assumere atteggiamenti adulti in contrasto con la sua età.

Tra Léon e Mathilda nasce un rapporto che attiva in modo simmetrico e complementare canali di comunicazione e affetto da sempre bloccati: nell'uomo emerge uno spirito paterno e protettivo prima sopito e nella bambina il sostituto di un padre, mai veramente presente nella sua vita. L'amore che si dichiarano reciprocamente non va inteso nel senso di coinvolgimento passionale e attrazione sessuale, ma della piena assunzione da parte di entrambi rispettivamente di un ruolo genitoriale e filiale.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Besson abbandona in parte i suoi raffinati e suggestivi virtuosismi visivi (molto bella però la carrellata iniziale che dal Central Park di New York ci trasporta in un locale della Little Italy) per concentrarsi con risultati convincenti sullo studio dei caratteri e delle personalità dei protagonisti, la cui storia d'amore ci viene raccontata con finezza psicologica e delicata attenzione. Il regista lavora per lenta accumulazione di dati e indizi comportamentali che prima segnalano la diversità fra Léon e Mathilda per poi dare credibilità alla loro reciproca attrazione.

Ma Léon è anche un thriller palpitante e coinvolgente con sequenze d'azione costruite con consumata abilità e dotate di un vibrante tasso di drammaticità. Si ha la sensazione che questo regista francese sia riuscito a fondere la capacità d'introspezione tipica del Cinema europeo con il forte senso della narrazione tipico del Cinema americano.