Un mercoledì da leoni

TITOLO ORIGINALE

The Big Wednesday

REGIA

John Milius

SOGGETTO SCENEGGIATURA

John Milius, Dennis Aaberg

FOTOGRAFIA

Bruce Surtees (colori)

MUSICA

Basil Poledouris

MONTAGGIO

Robert J. Wolfe

INTERPRETI

Jean-Michel Vincent, William Katt, Gary Busey

PRODUZIONE

Buzz Feitshams per la A Team production/Warner Bros.

DURATA

120'

ORIGINE

USA, 1978

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Linea d'ombra/Amici per la pelle

Momenti di gioventù/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

TRAMA

1962. Matt, Jack e Leroy, tre giovani amici appassionati di surf, oltre la passione per questo sport condividono gran parte del loro tempo libero occupato da amori, sbronze, scazzottate e puntate in Messico. Negli anni successivi il loro rapporto tende ad allentarsi: Jack parte militare per il Vietnam, Matt intristisce sempre più, schiacciato dal ricordo nostalgico del suo passato di campione del surf, Leroy rimane solo e indipendente.

1974. Arriva una grande mareggiata, ideale per le esibizioni di surf, e i tre amici, che non si vedevano da anni, si ritrovano spontaneamente per dare spettacolo di fronte a una folla entusiasta.

 

TRACCIA TEMATICA

Quella tra i tre protagonisti è la classica amicizia virile, incentrata sulla condivisione di doti di coraggio e abilità. Il surf diventa elemento fondamentale di identità e consacrazione dell'amicizia, ben più di altri riti tipici dell'età, quali le risse e le ubriacature.

La fine della giovinezza coincide con il venir meno del surf, che rimane tuttavia l'unico momento autentico di unità e riconoscibilità del gruppo: solo affrontando le onde i tre amici si sentono veramente se stessi, in un rapporto diretto con la natura che azzera tutte le delusioni e frustrazioni accumulate nella vita. Alla presenza incombente della morte (indimenticabile nella sua agghiacciante malinconia la sequenza della riunione notturna nello sterminato cimitero di guerra) si contrappone il vitalismo che spinge i protagonisti ad affrontare il mare in tempesta.

La mareggiata del 1974 diventa l'ultima possibilità di affermare la propria vocazione all'eroismo, di consegnarsi al mito, la prova iniziatica, differita per anni per paura di crescere e del tempo che passa, per accedere definitivamente all'età adulta. Per questo Matt, quello fra i tre più lacerato dalle responsabilità e dalla nostalgia, consegna la sua tavola ad un giovane chiudendo finalmente i conti con la giovinezza e accettando con serenità il succedersi delle stagioni e delle generazioni.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Milius lavora su più modelli narrativi: nella prima parte assegna al racconto della fase più spensierata e frenetica della giovinezza il registro leggero della commedia giovanile, aneddotico-umoristica (i flirt, le risse e la messinscena alla visita di leva) e avventuroso da road-movie (la gita in Messico), nella seconda quello drammatico-esistenziale (la crisi di Matt e di Bear, la morte di Waxer, l'abbandono di Jack da parte della fidanzata) e riflessivo-crepuscolare (l'omaggio notturno all'amico morto, il colloquio tra Matt e Bear), sino ad arrivare alla splendida apertura epica del finale che, nell'incedere in spiaggia dei tre amici ritrovati, che ricorda l'avanzare intrepido degli eroi del western verso il duello finale, ripropone uno dei momenti topici del genere cinematografico statunitense per eccellenza.

Al di là di questa grande capacità di assemblare suggestioni filmiche di diversa provenienza, Milius scandisce temporalmente il racconto con immagini delle mareggiate, assegnando alle onde dell'oceano una risonanza tra il trascendente e il religioso, quasi il mare fosse una divinità che racchiude in sé il mistero della vita.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Educazione fisica   Lo sport del Surf.

Storia    La guerra del Vietnam.