L'odio

TITOLO ORIGINALE La haine
REGIA Mathieu Kassovitz
SCENEGGIATURA Mathieu Kassovitz
FOTOGRAFIA Pierre Aim
MUSICA Vincent Tulli
MONTAGGIO Mathieu Kassovitz, Scott Stevenson
INTERPRETI Vincent Cassel, Hubert Kuonde, Said Taghmaoui, Karim Belkhadra
PRODUZIONE Christophe Rossington per Les production Lezennec in coprod con Le studio canal +, La Sept Cinema, Kasso inc. productions
DURATA 95'
ORIGINE Francia, 1995
REPERIBILITA’ Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Triennio
PERCORSI

Gioventù violenta

Il disagio/Condizione adolescenziale e giovanile/Individuo e società

 I vicini di casa

Problemi dell'immigrazione e della multietnicità/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e Società

 

TRAMA

E' la storia degli incontri e dei "traffici" del maghrebino Said, dell'ebreo Vinz e del nero Hubert; i tre ragazzi vivono nella "citè" di Muguets, all'estrema periferia parigina, che è stata assediata per tutta una notte da migliaia di giovani che volevano vendicare il brutale pestaggio del sedicenne Abdel, finito in coma all'ospedale per i maltrattamenti subiti al commissariato. Dopo una serie di avventure metropolitane i tre apprendono della morte di Abdel e tale notizia scatena una serie di azioni e di reazioni emotive che coinvolgono i giovani ragazzi e i poliziotti in borghese.

 

TRACCIA TEMATICA

Le periferie delle metropoli, quella di Parigi in particolare, raggruppano comunità composite e multietniche, con tutti i problemi sociali e di convivenza che questo comporta. Il disagio del presente, le speranze per il futuro e la voglia di esistere a dispetto di tutto e tutti, anche a costo di ricorrere alla violenza ed alla droga, fanno purtroppo parte dell'universo giovanile.

Le istituzioni non solo sono assenti, ma risultano ostili: le forze dell'ordine sono anch'esse veicolo di violenza, entità omologabile a qualunque altra presenza attraversi la metropoli alla ricerca di una vittima su cui sfogare la propria compressa aggressività.

Quel che soprattutto manca è la percezione di sè e degli altri come individualità, come personalità unica e irriproducibile, e come tale degna di rispetto sino a prova contraria. Si impone invece il senso di appartenenza, di un'identità acquisita soltanto attraverso una rigida distinzione tra chi è amico e nemico a priori, tra chi condivide o meno un territorio o un'etnia.

L'odio non va visto come un film che ci parla di un degrado lontano legato a particolari condizioni di emarginazione e di sottocultura, ma come una riflessione sulle radici di un odio che purtroppo si respira tutti i giorni anche nella nostra forse più confortevole realtà e che ha il volto dell'intollerenza nei confronti del diverso (sia esso l'extracomunitario, il terrone, il gay o semplicemente il tifoso di un'altra squadra).     

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il film è girato con straordinaria capacità e ottimo senso del ritmo da un giovane regista, all'epoca non ancora trentenne e solo al suo secondo lungometraggio. L'odio costituisce un interessante esempio di una pellicola che riesce a coniugare l'intento di analisi e denuncia sociale (quello che una volta era proprio del Cinema politico ) con una dimensione narrativa e spettacolare di forte impatto.

La nervosa mobilità della macchina da presa aderisce con grande efficacia alla tensione che serpeggia in ogni fase della narrazione, il gergo scurrile e la musica di sottofondo rimandano ad un universo giovanile sociologicamente ben caratterizzato, il bianconero (scelta oggi non più coraggiosissima, ma destinata a non promuovere al meglio il film sul mercato) accentua il senso di squallore della periferia e l'inospitale freddezza del centro cittadino, diventando quasi  metafora di una condizione esistenziale (la vita dei protagonisti è incolore e scialba) e rimandando pure allo stilema (l'uso appunto di un bianconero contrastato) prediletto del noir anni quaranta, genere al quale L'odio per più di un aspetto si riallaccia (la metropoli giungla insidiosa, moralmente e materialmente degradata, il senso di uno scacco inevitabile, la morte come esito incombente e preannunciato). 

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Geografia   Parigi:   i problemi di una metropoli multietnica.