TITOLO ORIGINALE | Sans toit ni loi |
REGIA | Agnès Varda |
SOGGETTO E SCENEGGIATURA | Agnès Varda |
FOTOGRAFIA | Patrick Blossier (colori) |
MUSICA | Joanna Bruzdowicz |
MONTAGGIO | Agnès Varda, Patricia Mazuy |
INTERPRETI | Sandrine Bonnair |
PRODUZIONE | Ciné-Tamaris, in partecipazione con Antenne 2 e ministero della Cultura |
DURATA | 105' |
ORIGINE | Francia, 1985 |
REPERIBILITA' | Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE | Triennio |
PERCORSI | L'età acerba Il disagio/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società |
TRAMA
Francia del sud. Mona è una ragazza senza dimora, che si sposta senza meta in autostop. Nel suo errabondo vagare s'imbatte in tante persone diverse, che le danno la possibilità di avere un tetto per la notte e a volte un lavoro e una sistemazione provvisoria. Ma Mona non riesce a fermarsi in un posto per tanto tempo e quasi subito riprende il suo girovagare, finchè una mattina viene ritrovata morta lungo la strada. TRACCIA TEMATICA Mona non è un'emarginata per necessità, ma per scelta. Il suo rifiuto di una vita normale è totale e allo spettatore non è dato sapere quali motivi (se ne esistono) l'hanno indotta a ciò. A differenza di tanti esclusi cinematografici (pensiamo al genere road movie) è antipatica e scostante, nemmeno si fa portatrice di un'idea alternativa di esistenza, come gli hippies di vent'anni prima.Forse non ha nemmeno un passato, è un personaggio astratto e simbolico, come sembra suggerire l'immagine che ce la mostra uscire dal mare, quasi comparisse in quel momento nel mondo a esprimere l'idea di una ricerca di libertà assoluta (libera cioè da ogni limitazione e condizionamento), che, però, come le dice il filosofo-capraio, non può non avere come esito finale che la solitudine e la morte.
VALUTAZIONE CRITICA La Varda sceglie una cifra stilistica fenomenologica, vicina al documentarismo (vale a dire interessata esclusivamente all'osservazione distaccata dei comportamenti e all'oggettiva registrazione delle testimonianze, senza cercare assolutamente di guidare lo spettatore verso un'interpretazione e, tantomeno, un giudizio dei fatti) e per questo il linguaggio del film appare scarno ed essenziale, come la personalità enigmatica di Mona e il monotono paesaggio invernale della Francia meridionale. Non c'è partecipazione al dramma della protagonista (ammesso che come tale sia da lei avvertito) e nemmeno simpatia nei suoi confronti, Senza tetto né legge è un film che interroga e che non dà risposte.
Unica invenzione formale è il carrello orizzontale, che si sposta da destra verso sinistra a separare una sequenza da un'altra e mettendo così anche la macchina da presa on the road, cioè sulla strada, con un movimento contrario a quello della lettura (che va da sinistra a destra), che crea disagio e disorientamento nello spettatore, di cui mette in crisi le normali modalità di percezione, così come Mona, con la sua presenza aliena e disturbante, turba coloro che entrano in contatto con lei.