Storia d'amore
TITOLO ORIGINALE | Idem |
REGIA | Francesco Maselli |
SOGGETTO E SCENEGGIATURA | Francesco Maselli |
FOTOGRAFIA | Maurizio Dell'Orco (colori) |
MUSICA | Giovanna Salviucci Marini |
MONTAGGIO | Carla Simoncelli |
INTERPRETI | Valeria Golino, Blas Roca-Rey, Livio Panieri, Luigi Diberti |
PRODUZIONE | Carlo Tuzii per Pont Royal Film Tv, Istituto Luce Italnoleggio e Rai 3 |
DURATA | 109' |
ORIGINE | Italia, 1986 |
REPERIBILITA' | Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE | Triennio |
PERCORSI | Mélo L'amore/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società |
TRACCIA TEMATICA Il film è un' esplorazione dell'universo giovanile di borgata a metà degli anni ottanta, nel tentativo di decifrare novità e cambiamenti rispetto al passato da parte di un regista impegnato politicamente e da sempre attento a ciò che si muove nella società.
Maselli ha voluto occuparsi di giovani proletari che lavorano (duramente) non delinquono e non si drogano (in polemica con un sociologismo allora imperante interessato solo alla devianza), ma che nemmeno si occupano di politica (come i giovani degli anni settanta).
Emerge prima di tutto la soluzione nettamente anticonformista (certamente non borghese) che Bruna realizza dando vita ad una strana famiglia a tre, in questo entrando in conflitto con la tradizionale mentalità paterna, incapace, nonostante le intenzioni, di accettare la scelta della figlia.
E' indubbio che Bruna emerge come il personaggio centrale del film, con la sua carica di vitalità, la sua intelligenza e il suo coraggio. Incapace di riservare a sé sola la felicità raggiunta ne fa partecipe anche Sergio, perché tale è la sua carica di umanità che sarebbe uno spreco riservarla a una sola persona.
Forse schiacciata dal peso di un'utopia troppo in anticipo sui tempi e incapace di gestire le implicazioni sui rapporti interpersonali che essa comporta, turbata da un'intesa tra maschi che tende ad escluderla, sceglie un suicidio sulle cui motivazioni profonde non viene data risposta.
VALUTAZIONE CRITICA
Maselli è un regista politicamente schierato a sinistra e questa sua appartenenza si è spesso riversata nelle sue opere, se non attraverso temi di immediato spessore politico, tramite l'esplorazione della condizione borghese impietosamente denudata nella sua meschinità e nel suo vuoto morale.
Con Storia d'amore si misura con la realtà giovanile e proletaria delle borgate romane degli anni ottanta, cioè con un universo distante dalla sua formazione e dalle sue esperienze e lo fa sospendendo ogni giudizio. Ci racconta una storia (non solo d'amore) che ci lascia più interrogativi che risposte. Il suo bagaglio di appassionato militante della sinistra storica gli serve a poco di fronte ad un orizzonte mentale e comportamentale che sfugge alle classificazioni e alle categorie cui la teoria politica lo ha abituato.
Il film si orienta su due diversi piani stilistici, uno realista tramite il quale si delinea la dimensione sociale e antropologica della vicenda (il lavoro, il quartiere, la famiglia di Bruna), teso soprattutto a sottolineare la quotidiana fatica lavorativa e lo scarto generazionale che complica i rapporti fra genitori e figli, l'altro per così dire espressionista, che cerca cioè di deformare la realtà per creare atmosfere sospese o indecifrabili (è il caso dell'apparizione in controluce di Mario e dell'enigmatico suicidio finale).
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia A) La condizione giovanile nelle borgate proletarie di Roma negli anni ottanta.
B) Dall'impegno politico degli anni sessanta e settanta al riflusso degli anni ottanta.