Tutti giù per terra

TITOLO ORIGINALE Idem
REGIA Davide Ferrario
SOGGETTO Dal romanzo omonimo di Giuseppe Culicchia
SCENEGGIATURA Davide Ferrario
FOTOGRAFIA Giovanni Cavallini (colori)
MUSICA CSI (Consorzio Suonatori Indipendenti)
MONTAGGIO Luca Gasparini, Claudio Cormio
INTERPRETI Valerio Mastrandea, Carlo Monni, Caterina Caselli, Benedetta Mazzini
PRODUZIONE Gianfranco Piccioli per Hera Intl Film
DURATA 85'
ORIGINE Italia, 1997
REPERIBILITA' Homevideo/Cineteca Pacioli
INDICAZIONE Classe quinta
PERCORSI

Amore e altre catastrofi

L'amore/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società

 

TRAMA

Walter Verra è un ventiduenne disoccupato che non ha ancora deciso cosa farà da grande e si prende tutto il tempo necessario. Più che vivere si lascia vivere, passando da un'esperienza ad un'altra mai molto convinto delle sue scelte. Frequenta l'Università, ma perché non ha di meglio da fare, opta per l'obiezione di coscienza, ma solo per evitare il militare, è corteggiato dalle ragazze, ma è ancora vergine, scrive racconti, ma non riscuote un grande successo.

 

TRACCIA TEMATICA

Tutti giù per terra non deve esser preso come un saggio sociologico del tipo: tutti i giovani d'oggi sono così. Occorre invece riconoscere al personaggio di Walter la sua specificità, l'esser semplicemente espressione di un modo particolare di vivere la propria giovinezza, forse non unico, ma certamente non generalizzabile, anche se indubbiamente dalla sua condizione si possono evincere alcune costanti dell'esperienza esistenziale giovanile: il disorientamento di fronte alle tante sollecitazioni, la tendenza a rinviare le decisioni importanti, la precarietà di ogni scelta, un disagio indefinito, ma acuto. E' probabile che il personaggio di Walter, intento a prolungare all'infinito la linea d'ombra che lo separa dalla maturità, estremizzi queste tipicità sino ad apparire un caso limite e quindi poco esemplare.

Il protagonista del film è il classico antieroe (si potrebbe tirare in ballo la figura dell'inetto a vivere di tanta letteratura decadente di inizio secolo), che ha un rapporto conflittuale con la realtà, nella quale non vuole inserirsi, temendo quasi di esserne contaminato e così afferma la propria estraneità nei confronti di un mondo che non gli appartiene.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Davide Ferrario (regista proveniente dalla critica cinematografica) opta per una struttura narrativa frammentata e centrifuga, che trova il suo fattore unitario nella voce fuori campo del protagonista, particolarmente indicata ad esprimere l'andamento tutt'altro che lineare dell'esistenza di Walter, verso la quale il regista assume un atteggiamento di ironica complicità, lontano da ogni facile moralismo.

Le scelte linguistiche appaiono improntate ad un'accentuata stilizzazione, con il ricorso a procedimenti tendenti a creare una precisa discontinuità espressiva in chiave antirealista: il registro grottesco preso in prestito dal surrealismo francese (il funerale della zia che è una citazione da Entr'acte di Réné Clair), il ricorso  a inquadrature eccentriche e il parossistico uso del montaggio, la visualizzazione delle fantasie del protagonista che spesso collidono col piano della realtà (l'irreale scena d'amore costruita sulla base di un patinato immaginario cinematografico).

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Italiano    Confronto tra il romanzo di Giuseppe Culicchia e il film.