Gangster

Genere cinematografico tipicamente statunitense, nato dopo il 1929 all’inizio della grande crisi economica che sconvolge l’America. Esso s’ispira alle imprese della malavita organizzata che a cominciare dagli anni venti aveva imperversato nelle metropoli, corrompendo profondamente il tessuto morale e civile della società. Il gangsterismo aveva trovato terreno fertile nel proibizionismo governativo delle bevande alcoliche e più in generale nel disfacimento indotto dalla crisi economica.

Gli eroi del Gangster si connotano negativamente: sono individui spietati e con pochi scrupoli, che da umili origini sono riusciti a costruirsi una fortuna grazie ad attività illecite, circondati da una cerchia di sottoposti che seguono un ben preciso codice di comportamento, si mostrano feroci gestori del proprio potere e sono disposti ad eliminare chiunque tradisca la fedeltà al capo o si frapponga come ostacolo tra sé e le finalità perseguite. L’ambientazione è caratterizzata da interni ora miserabili, ora lussuosi, spesso fumosi, sempre claustrofobici, e da esterni metropolitani di preferenza umidi e notturni.

Possiamo essenzialmente distinguere due tipi di film gangster. In entrambi il protagonista (o i protagonisti) è un delinquente, verso cui si indirizzano le simpatie del pubblico e la cui parabola si conclude con la morte, ma con una differenza che concerne la natura e la finalità della sua attività delinquenziale:

  1. l’eroe (o se si preferisce l’antieroe) è il boss di una banda gangsteristica che si arricchisce con attività illecite (contrabbando, spaccio, racket, ecc..) giovandosi di una vasta rete di complicità. L’antagonista non è rappresentato tanto dalle forze dell’ordine, spesso complici e corrotte, quanto dalle gang rivali con cui lotta per il controllo del territorio. Citiamo tra i tanti i seguenti titoli: Piccolo Cesare (M. Le Roy, 1930), Pericolo pubblico (W. Wellman, 1931), Scarface (H. Hawks, 1932) e in anni più recenti la trilogia del Padrino (I, II e III, 1972, 1974, 1992) di F. F. Coppola;
  2. L’eroe non è un boss mafioso e quindi non è a capo di nessuna organizzazione, ma è un isolato che agisce individualmente e la sua attività criminosa non si basa sui traffici, ma su colpi più o meno audaci, prevalentemente rapine alle banche, per svolgere le quali può unirsi ad altri malviventi, costituendo una banda che però e destinata a sciogliersi una volta finita l’impresa criminosa; in altri film instaura un connubio amoroso con una compagna che lo aiuta nelle sue azioni. In questo caso l’antagonista è la polizia.

Citiamo tra i tanti film: Rapina a mano armata (S. Kubrick, 1956), Gangster Story (A. Penn, 1967), Getaway (S. Peckinpah, 1972), Heat (M. Mann, 1995). Questa versione del Gangster ha trovato epigoni soprattutto in Francia. Citiamo: Grisbi (J. Becker, 1954), Bob, Le Flambeur (1956) e Le cercle rouge (1970), entrambi di J. P. Melville.

Il genere Gangster per le sue caratteristiche presenta parecchi punti di contatto con il Giallo, specie in versione Noir e Thriller, e in alcuni casi si ibrida e confonde con esso.