Ginger e Fred

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Federico Fellini

SOGGETTO

Federico Fellini, Tonino Guerra

SCENEGGIATURA

Federico Fellini, Tonino Guerra, Tullio Pinelli

FOTOGRAFIA

Tonino Delli Colli, Ennio Guarnieri (colori)

MUSICA

Nicola Piovani

MONTAGGIO

Nino Baragli, Ugo De Rossi, Ruggero Mastroianni

INTERPRETI

Giulietta Masina, Marcello Mastroianni

PRODUZIONE

Alberto Grimaldi per la Pea Produzioni di Roma, la Revcom Films di Parigi, la Stella Film di Monaco

DURATA

127'

ORIGINE

Italia, 1986

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

La grande sorella/Voglia di apparire

Televisione/Mass-Media/Uomo e Società

 

TRAMA

Amelia Bonetti e Pippo Botticelli non si vedono da tanti anni. Entrambi hanno accettato di partecipare alla trasmissione natalizia dello show televisivo Ecco a voi, galleria di personaggi strambi e stravaganti, in qualità di ballerini di tip-tap, attività che svolgevano quasi quarant'anni prima, quando con i nomi di Ginger e Fred calcavano le scene. In una frastornante babele di concitazione e frenesie esibizionistiche i due excompagni rievocano e rimpiangono i tempi andati, per poi esibirsi con successo nel loro numero di danza. Alla sera si scambiano un addio definitivo alla stazione.

 

TRACCIA TEMATICA

Ginger e Fred è una sarcastica satira della volgarità e del cattivo gusto imperante in tanta televisione degli anni ottanta (e quindi anche del presente, visto che è proprio in quegli anni che si impone un modello di tv-spazzatura, che a tutt'oggi imperversa incontrastato). Il media televisivo ci appare come un mostro onnivoro in grado di macinare il mondo reale restiduendocene un'immagine stravolta e manipolata, dove tutto si riduce a spettacolo e falsificazione. Un circo fracassone e stordente che produce rimbecillimento ed alienazione (assai bene simboleggiata quest'ultima dalle figure dei sosia, persone che non hanno più una loro identità, ma sono diventate letteralmente altre da sé).

In questo contesto degenerativo s'inseriscono la malinconica elegia sull'irreparabile scorrere del tempo e l' ansiosa inquietudine per l'approssimarsi della morte, ben espresse dal disagio dei due protagonisti. La tenera Amelia (Ginger), smarrita e indifesa di fronte ad una variopinta fauna umana che manda in crisi i suoi parametri piccolo-borghesi, e il perdente Pippo (Fred), che oppone al baraccone della modernità il suo cialtronesco e impotente ribellismo anarchico.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Da sempre attratto dagli aspetti della realtà maggiormente predisposti a farsi spettacolo esibizionista e chiassoso, Fellini non poteva non confrontarsi con l'invadenza televisiva del nostro tempo, che ben si presta ad essere rivisitata dal suo stile barocco e visionario. Lavorando sull'accumulo (il frenetico succedersi di personaggi grotteschi e il sovrapporsi di voci, suoni e rumori) e sul contrasto (il parlamentare digiunante interrotto dalla pubblicità della pasta, il cartello che invita a tenere la città pulita che affiora tra sacchi di spazzatura abbandonati) il film comunica un senso di congestionante confusione all'insegna del paradosso e della demenzialità. La deformazione caricaturale con cui Ginger e Fred filtra la realtà non costituisce un'esagerazione fine a se stessa che ci allontana da essa, ma una geniale chiave di lettura in grado di restituircela nel suo nocciolo di verità (in questo caso la volgarità televisiva). In altre parole, l'eccesso, a volte, può essere più utile del rispecchiamento realista ad avvicinarci all'essenza delle cose.

Regista dell'affollamento e di un'assordante coralità, Fellini ci dice tuttavia che solo il silenzio (la bella sequenza di Ginger e Fred che rimangono al buio sul palcoscenico) e l'appartarsi in luoghi isolati, lontano dal frastuono (i due protagonisti che fanno le prove nei bagni), possono garantirci qualche momento di autentica umanità.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Italiano     La TV-spazzatura nella televisione contemporanea.

Educazione musicale     A) Ginger Rogers e Fred Astaire.

                                        B) La musica di Irvin Berlin.