Nell'anno del Signore

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Luigi Magni

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Luigi Magni

FOTOGRAFIA

Silvano Ippoliti (colore)

MUSICA

Armando Trovatoli

MONTAGGIO

Ruggero Mastroianni

INTERPRETI

Nono Manfredi, Enrico Maria Salerno, Claudia Cardinale, Robert Hossein, Renaud Verlay, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi,

PRODUZIONE

San Marco Cinematografica (Roma), Les Films Corona e Francos Film (Paris)

DURATA

124'

ORIGINE

Italia, 1969

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Risorgimento

Ottocento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Roma, Stato della Chiesa, 1825. I carbonari Montanari e Targhini vengono condannati a morte per la tentata uccisione di una spia. Il calzolaio Cornacchia, che in segreto veste i panni di Pasquino, sbeffeggiatore del governo romano con manifesti notturni sui muri della città, ama l'ebrea Giuditta, a sua volta innamorata di Montanari, e per questo cerca di scambiare la sua vita con quella dei due condannati. Le autorità romane rimangono, però, ferme nella loro decisione e i due carbonari vengono giustiziati.

 

TRACCIA TEMATICA

Nell'anno del Signore vuole essere un affresco bonario e satirico, tra Storia e invenzione romanzesca, della Roma papalina d'inizio Ottocento, orientato più a fare emergere il clima di inerziale immobilità conservatrice che gravava sulla città, turbato soltanto dai pungenti epigrammi di Pasquino, che non a rievocare con toni celebrativi uno dei primi episodi del nostro Risorgimento. Più che impegnato sul piano della ricostruzione storiografica, insomma, il regista sembra intento a dare consistenza alla convinzione (che si ricollega ad una tradizione di romanità che è ben rappresentata dal poeta Gioacchino Belli) di un'immutabile essenza sovrastorica della natura umana pur nel variare dei governi e dei sistemi politici.

In questo senso lo stesso evidente anticlericalismo (con relativa denuncia dell'assolutismo papalino), come pure l' omaggio in chiave patriottica al sacrificio di Montanari e Targhini (fatto storico reale) finiscono quasi per svaporare e diluirsi in una concezione antistoricistica (l'affannarsi degli uomini per trasformare il mondo non serve a nulla perché le cose non cambiano mai veramente), cui preme solamente sferzare con graffiante ironia e pungente sarcasmo vizi e difetti umani.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Magni si dimostra abilissimo costruttore di perfetti congegni narrativi che fondono lo scenario storico della Roma ottocentesca e papalina con i collaudati moduli della commedia affidati ai maggiori interpreti nazionali del genere, che più che adeguarsi al personaggio piegano questo al proprio stile recitativo e alla loro maschera (il popolano dal cuore d'oro e dalla battuta tagliente Manfredi-Pasquino, il frate logorroico e fracassone Sordi, il funzionario cinico Salerno-commissario Nardoni, il prelato insinuante Tognazzi-cardinale Rivarola), proponendo una tipologia di personaggi delineati più col gusto della caricatura che dell'analisi psicologica.

Il registro dominante del film si attesta su un tono dimesso e antiretorico che svuota la vicenda di ogni enfasi drammatica, privilegiando anzi il grottesco e l'improbabile (pensiamo alla veglia di Nardoni nella piazza dove agonizza la vittima dell'accoltellamento, che assume coloriture quasi surreali) e orientando dialoghi e situazioni nel senso di indurre il sorriso complice e indulgente dello spettatore. La sonnolenta e apatica Roma pontificia che il film ci presenta, più che caratterizzata in senso politico-sociale, sembra riemergere da una collezione di stampe d'epoca sfogliate con smaliziata e affettuosa nostalgia.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                 A) L'Italia dopo la Restaurazione e lo Stato Pontificio.

                           B) La Carboneria italiana e le figure di Montanari e Targhini.