Sole ingannatore

TITOLO ORIGINALE

Outomlionnye solntsem/Soleil trompeur

REGIA

Nikita Michalkov

SOGGETTO

Nikita Michalkov

SCENEGGIATURA

Nikita Michalkov, Rustam Ibragimbekov

FOTOGRAFIA

Vilen Kaluta (colore)

MUSICA

Eduard Artemiev

MONTAGGIO

Enzo Meniconi

INTERPRETI

Oleg Mensikov, Nikita Michalkov, Ingeborga Dapkunaite

PRODUZIONE

Nikita Michalkov e Jerome Sydoux

DURATA

125'

ORIGINE

Francia /Russia

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Comunismo, stalinismo, socialismo reale

Novecento/Cinema e storia

 

TRAMA

Unione Sovietica, 1936. Il colonnello eroe della Rivoluzione Kotov si trova nella sua dacia di campagna insieme alla famiglia. Da Mosca arriva Mitja, agente della polizia segreta, con l'incarico di arrestare Kotov, caduto in disgrazia presso Stalin e condannato a morte.

 

TRACCIA TEMATICA

Il colonnello Kotov rappresenta la vecchia guardia della Rivoluzione Bolscevica del 1917, che negli anni Trenta venne sterminata quasi completamente dal regime staliniano (il sole ingannatore del titolo è appunto il dittatore sovietico, la cui enorme gigantografia oscura il sole proprio dopo che Kotov è stato orrendamente percosso: il mito del grande capo giusto e infallibile ha ingannato per decenni il popolo russo). Il cinico Mitja simboleggia, invece, una nuova generazione di funzionari privi di ogni riferimento ideale e convinzione ideologica, puro strumento di repressione della sanguinaria dittatura stalinista. Nella sua drammatica parabola personale Kotov, uomo fondamentalmente onesto e sincero, misura tutta la distanza tra le grandi speranze di trasformazione della rivoluzione cui ha dedicato tutta la sua vita e la tragedia in cui è precipitata quella società sovietica che egli ha contribuito a creare.

La dacia di campagna, immersa in un’immobile atmosfera bucolica, in cui sprofonda la pigra esistenza del microcosmo familiare raccontato dal film, sembra situarsi in uno spazio irreale, fuori dalla Storia, quasi a voler esprimere un desiderio di isolamento e di fuga da una realtà tremenda che incalza dall'esterno, un ripiegamento nostalgico verso un passato ottocentesco che non tornerà più.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Sole ingannatore è uno dei più significativi prodotti cinematografici della nuova era postsovietica iniziata nel 1991 (anno della disgregazione dell’Urss), diretto da uno dei maggiori registi del periodo sovietico (e anche uno dei più conosciuti ed apprezzati in occidente), che tenta di rivisitare uno dei momenti più drammatici della storia nazionale, ormai libero da ogni forma di (auto) censura (una stagione di cinematografia particolarmente critica nei confronti dello stalinismo si era, del resto, già manifestata in Urss nei primi anni di Krusciov).

La dimensione storica del film s’innesta su di un’ambientazione agreste ricca di suggestioni paesaggistiche (i colori rasserenanti della pianura russa immersa nell’indolenza estiva) e di riferimenti cechoviani (l’impostazione teatrale e letteraria di buona parte delle sequenze e dei dialoghi e il tema della difficoltà ad instaurare un rapporto soddisfacente ed appagante con la realtà e con il mondo), che Michalkov gestisce con solida padronanza, dalla quale, tuttavia, traspare un’ironica ed affettuosa partecipazione, in chiave crepuscolare, alla malinconica deriva esistenziale dei suoi personaggi.

Non appaiono, tuttavia, del tutto prive di fondamento le critiche di eccesso di compiacimento calligrafico e di ridondante appesantimento del ritmo narrativo, cui si aggiunge uno stile di recitazione un po’ lezioso e manierato.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                    A) La Rivoluzione Russa.

B) Il regime staliniano e le grandi purghe degli anni ’30.

C) La fine dell’Urss.

Letteratura Russa         Anton Cechov.