Squadrone bianco

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Augusto Genina

SOGGETTO

Dal romanzo L'escardon blanc di Joseph Peyré

SCENEGGIATURA

Augusto Genina, Gino Valori, Gino Rocca

FOTOGRAFIA

Anchise Brizzi (bianconero)

MUSICA

Antonio Veretti

MONTAGGIO

Fernando Tropea

INTERPRETI

Antonio Centa, Fosco Giachetti, Fulvia Lanzi

PRODUZIONE

Roma Film

DURATA

100'

ORIGINE

Italia, 1936

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Il fascismo visto dal fascismo

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Libia, anni Trenta. Il tenente di cavalleria Mario Ludovici, deluso in amore, si fa trasferire nella colonia italiana di Libia, dove viene destinato a uno squadrone di meharisti, i soldati indigeni delle truppe coloniali. La piccola guarnigione è guidata dal capitano Santelia, che considera Mario un giovane viziato inadatto alla dura vita militare in colonia. Nel corso, però, del combattimento con il nemico, Mario si comporta valorosamente guadagnandosi la stima di Santelia. Quando nello scontro con i ribelli il capitano muore, Mario assume il comando dello squadrone e lo riconduce alla base.

 

TRACCIA TEMATICA

Squadrone bianco venne finanziato direttamente dal governo perché esaltasse la colonizzazione italiana in Libia e la conseguente missione di civilizzazione che l'Italia vi avrebbe svolto, in coincidenza con la conquista dell'Etiopia e con la proclamazione dell'Impero.

Il tema centrale del film è la maturazione del personaggio di Mario, che, abbandonando il mondo dorato e viziato della ricca borghesia urbana (il populismo con la conseguente polemica contro le molli agiatezze dei ceti benestanti è un elemento fondamentale dell'ideologia fascista), diventa un vero uomo e soldato a contatto con l’energico capitano Santelia e l'aspro ambiente del deserto.

La vita militare, il sano e virile cameratismo e il carisma di comandanti fermi e decisi trasformano Mario (le cui pene d'amore esprimono una fragilità psicologica che mal si concilia che il severo impegno che richiede il suo ruolo), nel perfetto paradigma del valoroso italiano, dominatore e guida delle inferiori popolazioni africane, idealizzato dal fascismo.

Mitologia imperialista e coloniale (che, a dire il vero, furono già un portato dell'Italia umbertina e prefascista), paternalismo autoritario, razzismo, maschilismo, misoginia, esotismo confluiscono, seppur con gradazioni diverse, in questo tipico prodotto di propaganda.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Si potrebbe dire che Squadrone bianco sintetizzi due dei principali filoni del Cinema italiano del ventennio: la commedia sentimentale d'ambiente sofisticato (pensiamo, in particolare, al filone cosiddetto dei telefoni bianchi) e il bellico-avventuroso con esplicite finalità propagandistiche. Anzi, in un certo senso, si può dire che il film operi un trapasso dalla prima alla seconda che non è solo narrativo, ma che esprime anche una precisa presa di posizione a favore di un Cinema che sappia allinearsi agli imperativi morali e politici del regime, abbandonando le ambigue seduzioni dei salotti borghesi (non va dimenticata, tuttavia, la funzionalità della commedia d'ambiente socialmente alto alla creazione del consenso nei confronti dell'ordine sociale esistente, per sostenere e difendere il quale il fascismo era sorto).

Dal punto di vista cinematografico Squadrone bianco si segnala positivamente per la capacità registica di conferire un notevole spessore scenografico al paesaggio naturale del deserto, la cui severa e imponente vastità alimenta l'effetto suggestivo di immagini che sembrano acquisire una documentaristica autonomia, e per il ritmo solenne e riposato che scandisce la narrazione

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                 A) Il regime fascista.

                           B) Il dominio coloniale italiano e la conquista dell'Etiopia.

Geografia           La Libia