Barry Lyndon

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Stanley Kubrick

SOGGETTO

Da Le memorie di Barry Lyndon di William M. Tackeray

SCENEGGIATURA

Stanley Kubrick

FOTOGRAFIA

John Alcott (colori)

MUSICA

Brani da Bach, Federico il Grande, Handel, Mozart, Paisiello, Schubert, Vivaldi

MONTAGGIO

Tony Lawson

INTERPRETI

Ryan O' Neal, Marisa Berenson, Patrick Magee, Hardy Kruger, Gay Hamilton, Murray Melvin, Frank Midlemass

PRODUZIONE

Hawk Film/Peregrine/Warner Bros.

DURATA

184'

ORIGINE

Gran Bretagna, 1975

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Settecento

Cinema e storia

 

TRAMA

Nell'Irlanda del Settecento il giovane Redmond Barry ama la cugina Nora, che è promessa in moglie al capitano inglese Quin. Redmond lo sfida a duello e, pensando erroneamente di averlo ucciso, si vede costretto a lasciare l'isola per arruolarsi nell'esercito. Dopo aver partecipato alla Guerra dei Sette anni, lascia l'esercito e diventa un agente del governo prussiano, al servizio del quale spia, come finto valletto, il sospetto cavaliere di Balibari, un avventuriero suo connazionale che bara al gioco. Con quest'ultimo fugge dalla Prussia e diventa come lui un giocatore di carte professionista, girando l'Europa tra partite e duelli per riscuotere i debiti di gioco. Approdato in Inghilterra sposa Lady Lyndon, una ricca vedova, di cui dissipa le sostanze nel tentativo di essere accettato dall'aristocrazia come suo membro. Frustrato, però, in questa sua aspirazione si abbandona all'adulterio e all'alcool, fino ad arrivare a malmenare violentemente il figliastro Lord Bullingdon. Sfidato a duello da quest'ultimo, viene ferito e perde una gamba. La parabola di Redmond si conclude con la separazione dalla moglie e il suo ritorno all'oscura condizione sociale di partenza.

 

TRACCIA TEMATICA

Barry Lyndon costituisce un grande affresco della società europea del Settecento prima della Rivoluzione Francese. Dietro una sontuosa apparenza di lusso e sfarzo, di ordine e puntiglioso formalismo, il XVIII secolo nasconde una realtà di sopraffazione e cinismo, che per Kubrick si fa metafora dell'intera Storia dell'umanità, dalla quale egli esclude ogni possibilità di progresso. Lungi dall'assegnare all'uomo la padronanza del proprio destino (come pensavano gli illuministi del settecento), il regista lo sottomette all'implacabile legge di un divenire in balia di meccanismi incontrollabili, che sfuggono al suo controllo. La sua è una visione pessimistica che inficia ogni idea evolutiva dello sviluppo storico: pur attraverso le trasformazioni culturali e tecnologiche, sono l'istinto di dominio e l'ansia di potere a farla da padroni.

Redmond Barry è un giovane ambizioso che, abbandonata l'iniziale ingenuità e confrontatosi da subito con la legge di violenza e inganno che governa il mondo (il falso duello con il capitano Quin, la rapina subita da due briganti di strada), comprende che le regole del gioco sono truccate (Balibari gli insegna a barare a carte) e si lancia in una scalata sociale resa impossibile dal chiuso spirito di casta dell'aristocrazia britannica. Redmond rappresenta lo spirito d'intraprendenza della borghesia in anticipo di circa un secolo (il film finisce nel 1789, anno dell'inizio delle Rivoluzione Francese) e per questo il suo arrivismo è destinato al fallimento in un ambiente nel quale la nascita conta più delle capacità individuali.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Il Settecento di Barry Lyndon non è ricostruito dal regista prendendo come riferimento la realtà del secolo, ma attraverso l'immagine che esso ha voluto dare di sé perché fosse consegnata alle generazioni future. Di qui il riferimento alla pittura settecentesca (paesaggistica e ritrattistica e in particolare a pittori come Gainsborough, Hogart, Reynolds) come punto di partenza cui ispirare il registro figurativo del film: la maggior parte delle sequenze inizia dal primissimo piano di un particolare per allargarsi poi in campo medio e lungo ad abbracciare l'intero spazio con un carrello all'indietro e le immagini si animano dopo aver dato l'impressione di trovarsi di fronte ad un quadro. Questo procedimento stilistico è funzionale al disegno ideologico del film: dietro l'apparenza di una società che si voleva ispirata alla grazia ed alla compostezza si nasconde una sostanza ignobile di sopruso e prepotenza che la storia raccontata si incarica di far emergere.

A questo filtro culturale con cui si guarda al Settecento (l'arte cinematografica che rielabora e reinterpreta quella pittorica), si aggiunge il raffreddamento e la distanziazione creati dall'uso della voce over del narratore extradiegetico (che recita brani del romanzo di Tackeray, che commentano i momenti della narrazione all'insegna di una superiore ironia) e da modalità di recitazione che danno il senso della meccanicità e della coazione (gli attori si muovono come automi sottomessi ad un disegno prestabilito e vincolante: pensiamo alla sequenza del bacio di Redmond a Lady Lyndon). Ne consegue l'attenuazione del processo identificatorio dello spettatore, di cui si riduce il coinvolgimento emotivo, rinforzandone la capacità di riflessione.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia    L' Europa nel settecento.

Letteratura inglese     Confronto fra il romanzo di W. M. Tackeray.

Storia dell'arte     La pittura inglese del Settecento.

Educazione musicale     Le musiche del film.