La regina Margot

TITOLO ORIGINALE

La reine Margot

REGIA

Patrice Chéreau

SOGGETTO

Dal romanzo omonimo di Alexandre Dumas

SCENEGGIATURA

Danièle Thompson, Patrice Chéreau

FOTOGRAFIA

Philippe Rousselot (colori)

MUSICA

Goran Bregovic

MONTAGGIO

Francois Gedigier, Hélène Viard

INTERPRETI

Isabelle Adjani, Daniel Auteuil, Jean-Hughes Anglade, Vincent Perez, Virna Lisi, Claudio Amendola, Miguel Bosé, Asia Argento, Jean Claude Brialy

PRODUZIONE

Claude Berri per Renn Prods./France 2 Cinema/D.A. Films/Nef Filmproduktions/Vegeto pour Ard.

DURATA

161’

ORIGINE

Francia, 1994

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Cinquecento

Cinema e Storia

 

TRAMA

Francia, 1572. Nel pieno delle lotte di religione tra cattolici e protestanti ugonotti Caterina dei Medici, madre del re di Francia Carlo IX e di fatto governante reale della nazione, organizza il matrimonio della figlia Margot con l’ugonotto Enrico di Navarra nel tentativo di porre fine ai contrasti tra le due fazioni. Poco tempo dopo, però, sempre più preoccupata dell’influenza sul figlio del capo degli ugonotti Coligny, ordina la strage dei protestanti nella Notte di S. Bartolomeo (24 agosto). Enrico di Navarra sopravvive abiurando, mentre Margot salva il giovane ugonotto La Mòle, di cui si innamora. Questi si reca nelle Fiandre per riorganizzare la riscossa protestante e la liberazione dell’amata Margot e del marito Enrico, tenuti prigionieri presso il Louvre. Intanto, decisa a sbarazzarsi di Enrico, Caterina provoca involontariamente la morte del figlio Carlo IX. Enrico torna nella sua Navarra, dove ritrova i propri amici ugonotti e La Mòle, che decide di ritornare a Parigi per liberare Margot: la spedizione, però, fallisce e il giovane amante di Margot viene giustiziato. A Margot non resta che lasciare la capitale per la Navarra portando con sè la testa del La Mòle.

 

TRACCIA TEMATICA

Il film ricostruisce uno degli episodi più cruenti ed efferati delle guerre di religione dell’età moderna, la strage di S.Bartolomeo, utilizzando il filtro narrativo del romanzo di Dumas, che privilegia all’interno della complessa vicenda storica di riferimento il personaggio di Margot e del suo amore per l’ugonotto La Mòle, di cui si offre una versione in chiave romantica alla luce della quale il loro legame diventa il simbolo della forza della passione che supera le differenze religiose e politiche (grazie a questo sentimento, inoltre, Margot si redime da un passato di morbosa dissolutezza). Lo stesso, in un certo senso, potrebbe dirsi dell’amicizia che sorge fra il re Carlo IX e il cognato Enrico di Navarra e tra il rude Coconnas e La Mòle, il saldo e sincero legame fra i quali si oppone alla spietata logica di odio e violenza che impronta lo sviluppo degli eventi.

Per il resto La regina Margot disvela con esplicita crudezza la realtà di una spietata lotta per il potere che oscura ogni senso d’umana tolleranza travolto da una perversa e patologica ossessione di dominio (cui si abbina anche il degrado morale che non si arresta nemmeno di fronte all’incesto) che nulla ha a che fare con i principi più autentici del Cristianesimo in nome del quale si combatte.

La Storia ci viene presentata come un susseguirsi di perfidi intrighi e atroci delitti dominato da poche grandiose (più nel male che nel bene) figure che sembrano agire in preda ad una tragica pulsione (auto)distruttiva.

 

VALUTAZIONE CRITICA

La scelta espressivo-stilistica prevalente del film è quella di improntare le immagini ad un gusto plastico-figurativo dominato da una fisicità aggressiva e strabordante intrisa di sangue e sudore (l’orgia sanguinolenta della Strage di S. Bartolomeo, il corpo maciullato di La Mòle ferito, le contorsioni di Carlo IX avvelenato) o pervasa da un’irrefrenabile mobilità corporea e verbale (la sequenza corale del matrimonio, delle riunioni della famiglia reale e dei gruppi di ugonotti, degli amplessi fra Margot e La Mòle, della battuta di caccia). La frenetica mobilità della macchina da presa (carrelli d’ogni tipo, panoramiche) ed una recitazione in sovratono accentuano il senso di eccesso che il film comunica, investendo lo spettatore con l’onda d’urto di un incontrollato crescendo di violenza e crudeltà (lo stesso incipit del film ci immerge da subito in un’atmosfera di nevrotica aggressività).

La critica mossa al film da più parti di non riuscire a controllare l’incandescente materiale drammatico e storico di cui dispone, finendo così per privilegiare il gusto estetizzante e barocco delle immagini e dei virtuosismi tecnico-scenografici senza offrire la necessaria solidità narrativa alla storia e l’indispensabile approfondimento psicologico dei personaggi, appare giustificata. E’ altresì indiscutibile che la regia sia comunque riuscita a creare un efficace clima di funerea cupezza e di ineluttabilità del male e della morte che incombe ossessivamente su tutti e tutto.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia         A) La riforma protestante

B) Le guerre di religione nell’Europa del XVI secolo.

C) La Francia alla fine del XVI secolo.

D) La notte di S. Bartolomeo

Francese    Alexandre Dumas.