Dien Bien Phu

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Pierre Schoendoerffer

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Pierre Schoendoerffer

FOTOGRAFIA

Bernard Lutic

MUSICA

Georges Delerue

MONTAGGIO

Armand Psenny

INTERPRETI

Donald Pleasence, Ludmila Mikael, Patrick Catafano, Jean -Francois Balmer, Raoul Billrey, Christofer Buchholz, Francois Negret, Maxime Leroux

PRODUZIONE

Jacques Kirsner per Mod Films/Falch Film/Antenne 2/ Films A2/ con la partecipazione di Centre National de la Cinematografie e del Ministère de la Défense

DURATA

115'

ORIGINE

Francia, 1991

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Colonialismo, decolonizzazione, Terzo Mondo, problemi del sottosviluppo

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Vietnam, 1954. Dopo nove anni di guerra a Dien Bien Phu si arriva allo scontro decisivo tra l'esercito di liberazione vietnamita di Ho Chi Min e Nguen Giap, che combatte per l'indipendenza dell'Indocina, e le truppe coloniali francesi. A Hanoi la vita sembra proseguire nella normalità, ma si avverte che il vecchio impero coloniale francese è ormai al tramonto. I soldati francesi combattono con determinazione e grande spirito di sacrificio, ma non resistono alla grande offensiva vietnamita e la battaglia di Dien Bien Phu per la Francia è persa.

 

TRACCIA TEMATICA

Rilettura in chiave di kolossal storico della grande battaglia di Dien Bien Phu da parte di un regista che vi ha partecipato in qualità di fotografo quasi quarant'anni prima (il soldato che riprende con la cinepresa alcune fasi dei combattimenti è una chiara allusione autobiografica) e che è tornato nel Vietnam odierno per girare un film che (come egli stesso afferma alla fine) vuole essere anche un'occasione di riconciliazione con il popolo vietnamita e un'affermazione di amore nei confronti della terra indocinese, cui il regista stesso e molti francesi continuano ad essere affettivamente legati.

Il film si muove su due piani assai diversi fra loro, anche se simbolicamente collegati: da una parte il fronte dove si consuma la lenta agonia dell'esercito francese, irreparabilmente accerchiato dai vietnamiti e ormai condannato alla sconfitta tra atti di valore e coraggio (i soldati che si rifiutano di ritirarsi e vogliono combattere sino all'estremo senza farsi illusioni sull'esito della battaglia) e diserzioni e demotivazione alla lotta (i soldati che non vogliono più avanzare, quelli che si nascondono nelle grotte), dall'altra la città di Hanoi, dove si respira un'atmosfera di fine incombente che, però, non impedisce di dedicarsi ai riti del periodo d'oro del colonialismo, come il concerto a teatro che, mostrato in montaggio alternato con le immagini della battaglia, assume un significato quasi funereo, da epicedio musicale per un' epoca prossima al tramonto definitivo.

Non c'è nel film nessun accento militarista e nazionalista, ma il senso di ammirazione per l'attaccamento al dovere e l'interpretazione in chiave eroica del proprio ruolo di soldati.

 

VALUTAZIONE CRITICA

I due versanti in cui si struttura il film (le retrovie a Hanoi e il fronte) stentano ad integrarsi in modo convincente e restano sostanzialmente distanti fra di loro come resa espressiva. La ricostruzione dell'ambiente urbano della capitale coloniale e della sua multiforme fauna umana risulta deludente, proposta com'è attraverso un'accentuata tendenza allo stereotipo e al convenzionale (i personaggi sono ritagliati con superficialità e approssimazione e rispondono a cliché scontati, che vanno dal giornalista cinico e vissuto all'intellettuale democratico troppo lucido e conscio di quello che sta accadendo, dal militare malinconicamente consapevole di andare verso il disastro alla fumatrice di oppio che si suicida per morire insieme al suo mondo ormai condannato) e accompagnata da dialoghi troppo retorici e artificiosi (del tipo devo pronunciare qualche frase solenne adeguata alle circostanze storiche).

La rievocazione della battaglia, al contrario è di grande e incisiva efficacia: senza mai mostrare il nemico (se non alla fine, quando dilaga inseguendo un esercito in rotta) il film reitera con insistenza drammatiche sequenze belliche, il cui senso fondamentale sembra essere il non-senso, cioè il voler mostrare l'assurdo affannarsi dei soldati francesi in un cupo scenario di inferno di cui allo spettatore sfuggono le coordinate e le dinamiche. La Dien Bien Phu di Schoendoerffer più che una battaglia vera e propria è un incubo allucinante ai limiti dell'astrazione, un evento consegnatoci in una chiave più visionaria e surreale che storica e realistica.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia             A) Il dominio coloniale francese in Asia.

                        B) la Prima Guerra d'Indocina.

                        C) La Guerra del Vietnam.

Geografia        L'Indocina.