Ettore Fieramosca

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Alessandro Blasetti

SOGGETTO

Dal romanzo Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta di Massimo D'Azeglio

SCENEGGIATURA

Alessandro Blasetti, Cesare Vico Ludovici, Augusto Mazzetti, Vittorio Nino Novarese

FOTOGRAFIA

Vaclav Vich, Mario Albertelli (bianconero)

MUSICA

Alessandro Cicognini

MONTAGGIO

Ignazio Ferronetti, Alessandro Blasetti

INTERPRETI

Gino Cervi, Elisa Cegani, Mario Ferrari, Osvaldo Valenti, Clara Calamai, Andrea Checchi

PRODUZIONE

Nembo Film

DURATA

110'

ORIGINE

Italia, 1937

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Cinquecento

Cinema e Storia

 

TRAMA

Anno 1503. Il mercenario Ettore Fieramosca giunge a Capua al castello del feudatario Graiano d'Asti, che lo ha reclutato per combattere contro i francesi. Quando Graiano tradisce, alleandosi con i francesi guidati da Guy de la Motte, Fieramosca passa nel campo degli spagnoli e, combattendo a fianco del principe Colonna, sconfigge i transalpini, pur rimanendo ferito nello scontro. Guy de la Motte, comandante dei francesi fatto prigioniero, ha parole oltraggiose nei confronti degli italiani, suscitando la reazione indignata del Fieramosca. Si arriva così alla disfida di Barletta (13 settembre 1503): tredici cavalieri italiani contro tredici francesi. La vittoria arride agli italiani e a Fieramosca.

 

TRACCIA TEMATICA

Ettore Fieramosca è opera cinematografica di scarsa attendibilità storica e tutta ripiegata sul presente in funzione propagandistica: Ettore Fieramosca diventa un eroe nazionale, esaltato in chiave patriottica come esempio di virtù italiche da contrapporre alla corruzione e alla decadenza morale degli stranieri (si pensi alla sequenza iniziale ambientata alle terme di Pau, dove francesi e spagnoli preparano la spartizione dell'Italia sullo sfondo di seni nudi per quegli anni scandalosi).

Se la figura del Fieramosca e la disfida di Barletta sono miti risorgimentali e romantici ancor prima che fascisti (in essi si è voluto erroneamente vedere, con insostenibile forzatura, una manifestazione anticipata di una coscienza nazionale all'epoca inesistente), è indubbio che anche il fascismo se ne appropriò, rimanipolando il lontano episodio cinquecentesco in chiave antifrancese (la Francia democratica era vista dal regime come uno Stato ostile e nemico dell'Italia) e filospagnola (nel 1938 era in corso la Guerra Civile Spagnola e il nostro paese era alleato del caudillo Franco) e più in generale nella prospettiva dell'esaltazione di una superiorità italica inscritta nella Storia.

Il vessillo nero, che i nostri cavalieri esibiscono nella sfida finale e che allude chiaramente al fascismo, non è che l'ultima (e se si vuole meno clamorosa) trasgressione storiografica di un film dove l'attualizzazione (e quindi la mistificazione) della Storia impronta di sé l'intera sceneggiatura.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Regista di spiccata personalità e dotato di grande cultura cinematografica, Blasetti non avrebbe mai potuto adattarsi al ruolo di semplice confezionatore di film celebrativi di propaganda, per quanto improntati ad esplicite ambizioni spettacolari e scenografiche (con la creazione degli stabilimenti di Cinecittà il fascismo coltivò l'ambizione di rivaleggiare con Hollywood sul piano delle superproduzioni in costume).

Infatti, pur inserite in un contesto narrativo assai schematico e approssimativo e immerse in una retorica di altisonante enfasi, le indubbie doti di Blasetti riescono comunque ad imporsi: innanzitutto il talento figurativo che, ispirandosi alla pittura del periodo contemporaneo degli eventi raccontati (Raffaello, Mantegna, Giorgione), impreziosisce le immagini all'insegna di un raffinato gusto citazionista, poi la capacità di utilizzare al meglio le risorse del paesaggio conferendo ad esso tonalità di luce forti e contrastanti in sintonia con l’aspra energia degli eroi del film, infine una composizione dell'inquadratura di studiata eleganza (il modello era il Cinema sovietico di quegli stessi anni), ricca di angolazioni e prospettive originali e suggestive, ed un montaggio accurato e studiato, in grado di imprimere ritmo e vigore alle immagini di una storia, come detto, piuttosto inerte sul piano dell'intreccio e della tensione narrativa.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                    A) L'Italia e l'Europa all'inizio del Cinquecento.

B) La figura di Ettore Fieramosca e la Disfida di Barletta.

C) Il regime fascista e la Guerra Civile Spagnola.

Educazione artistica         Le citazioni pittoriche del film.