Lucky Luciano

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Francesco Rosi

SOGGETTO

Francesco Rosi

SCENEGGIATURA

Francesco Rosi, Lino Jannuzzi con la collaborazione di Tonino Guerra

FOTOGRAFIA

Pasqualino De Santis (colori)

MUSICA

Piero Piccioni

MONTAGGIO

Ruggero Mastroianni

INTERPRETI

Gian Maria Volonté, Rod Steiger, Vincent Gardenia

PRODUZIONE

Franco Cristaldi per la Vides-Films La Boétie

DURATA

112'

ORIGINE

Italia-Francia, 1973

REPERIBILITA'

Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Mafia

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Salvatore Lucania, detto Lucky Luciano, si impone negli anni Trenta come uno dei più potenti e spietati boss mafiosi newyorkesi. Condannato, sconta nove anni di galera per essere poi espulso dagli USA nel 1946 per i servigi resi alla nazione nella Seconda Guerra Mondiale, durante la quale avrebbe collaborato con l'esercito in occasione dello sbarco alleato in Sicilia. Lucky Luciano si stabilisce a Napoli, dove controlla il traffico della droga diretto negli USA, senza mai incorrere in nessuna condanna, nonostante l'impegno degli investigatori americani dell'antinarcotici.

 

TRACCIA TEMATICA

Uno dei punti di forza del potere mafioso va rintracciato nella sua capacità di preservare da ogni possibile imputazione i boss, che così possono dirigere l'attività illegale dell'organizzazione malavitosa al riparo dai rigori della giustizia. Lucky Luciano è un caso esemplare di questa impunità, che permette a delinquenti senza scrupoli di condurre un'esistenza apparentemente rispettabile e normale (Luciano sembra un tranquillo pensionato con la passione dei cavalli, che passa le serate leggendo in un appartamento appena decoroso). Non si espone mai in prima persona e le sue mani non si sporcano di sangue (significativa la sequenza in cui il gangster si lava le mani mentre un boss rivale viene trucidato dai suoi sicari). In questo senso il film di Rosi diventa anche una riflessione sulla capacità del Potere (in ogni sua forma) di riciclarsi in continuazione, assicurandosi un'immagine rassicurante e irreprensibile (nonostante i ripetuti sforzi degli inquirenti, Luciano riesce sino alla fine a sottrarsi ad ogni incriminazione).

Sullo sfondo emergono le complicità delle autorità politiche e militari conniventi con la mafia (il sospetto che Dewey abbia fatto scarcerare Luciano in cambio di un sostanzioso sostegno economico alla sua campagna elettorale e i regali di Vito Genovese al comandante Poletti perché chiuda gli occhi sui suoi traffici clandestini).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Rosi ricorre all'approccio a lui congeniale dell'inchiesta giornalistica (non a caso il cosceneggiatore del film è il giornalista Lino Jannuzzi e i titoli di testa scorrono sulla pagina di un quotidiano), con il conseguente prevalere di un'impostazione espositivo-argomentativa su una rigida linearità narrativa. Al regista non interessa tanto la successione cronologica degli eventi (che, infatti, vengono liberamente scomposti e riordinati), quanto la loro connessione logica con lo scopo di fare emerge la verità che a lui interessa evidenziare (l'inaccessibilità, o quasi, dei vertici del potere mafioso alla giustizia e la conseguente impunità di cui godono). Di qui la frammentazione temporale con il frequente uso del flashback e del flashforward e le deviazioni narrative tipo parentesi (pensiamo alla lunga digressione su Vito Genovese, come esemplificazione della contiguità della mafia con il potere del momento), la ripetizione in voce off di frasi topiche avulse dal contesto specifico (pensiamo alla considerazione sulla paralisi derivante dal controllarsi a vicenda delle parti in causa che ritorna sull’immagine del corpo esanime di Luciano stroncato da un infarto).

La scelta stilistica dominante è quella di congelare una materia narrativa incandescente, togliendo ad essa ogni valenza spettacolare e retorica, poco adatta al tono semidocumentaristico di analisi fredda e distaccata che il film assume, più con lo scopo far pensare lo spettatore che di coinvolgerlo emotivamente. In sintonia con questo registro asciutto e controllato è l’interpretazione di Volonté, decisamente frenata e sotto le righe, ben accompagnata dall’espressione impenetrabile di un volto che tende all’immobilità. Per Rosi i personaggi non valgono per la loro complessità morale e psicologica, ma come pure funzioni di un meccanismo di potere che li sovrasta e li determina.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia         A) L’America degli anni Trenta-Quaranta e il fenomeno del gangsterismo.

B) La Seconda Guerra Mondiale: lo sbarco degli alleati in Sicilia.

C) Il Secondo Dopoguerra in Italia.

D) Storia della mafia.

E) Confronto fra la vera figura di Lucky Luciano e la sua versione cinematografica.