Le vite degli altri
TITOLO ORIGINALE |
Das leben der Anderen |
REGIA |
Florian Henckel von Donnersmarck |
SOGGETTO E SCENEGGIATURA |
Florian Henckel von Donnersmarck |
FOTOGRAFIA |
Hagen Bogdanski (colore) |
MONTAGGIO |
Patricia Rommel |
INTERPRETI |
Ulrich Muhe, Sebastian Koch, Martina Gedeck |
PRODUZIONE |
Quirin Berg, Max Wiedemann per Wiedemann & Berg Filmproduktion/Creado Film/Bayerischer Rundfunk/arte |
DURATA |
137’ |
ORIGINE |
Germania, 2006 |
REPERIBILITA' |
Homevideo-Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Classe quinta |
PERCORSI |
Comunismo, stalinismo, socialismo reale Novecento/Cinema e Storia |
Berlino Est, 1984. Il capitano Gerd Wiesler è un abile agente della Stasi (la polizia di Stato della Germania Est). Viene incaricato di spiare il drammaturgo Georg Dreyman, su cui il regime nutre dei sospetti, anche se in realtà è il ministro della cultura Bruno Hempf che, invaghitosi della moglie dell’intellettuale, vorrebbe sbarazzarsi del marito per avere campo libero. Il capitano Gerd Wiesler inizia a svolgere con puntigliosa serietà il proprio compito, poi qualcosa all’improvviso cambia……
Il film racconta la trasformazione di un perfetto esecutore di un regime poliziesco, freddo e determinato nel perseguire le sue vittime, nell’intuire le bugie delle quali dimostra di avere un intuito particolare (pensiamo all’interrogatorio che apre la pellicola), in una persona dotata di una profonda coscienza morale e di una grande sensibilità umana, che tradisce il proprio dovere professionale per salvare quella vita degli altri nella quale si è sempre più immedesimato e a cui si sente ormai indissolubilmente legato.
Gerd non acquista soltanto la consapevolezza della natura ingiusta ed oppressiva dello Stato di cui è solerte funzionario (in contrasto anche con gli stessi ideali che questo sbandiera e nei quali egli sembra essere uno dei pochi a credere ancora) e delle torbide finalità che la sua missione persegue (il ministro della cultura vuole sbarazzarsi di un rivale in amore), ma misura tutta la distanza tra la sua grigia e squallida esistenza (pensiamo al fugace rapporto con una sfatta prostituta) e la ricca dimensione umana e intellettuale che conduce la famiglia che sta spiando e così finisce per schierarsi con essa e proteggerla dalle insidie che la sovrastano (emblematica a riguardo la sua ispezione fuori ordinanza nella casa dei coniugi Dreyman, nel corso della quale sembra respirare con il contatto con i soli oggetti dell’appartamento un calore ed un’affettività che a lui è preclusa).
Le vite degli altri intreccia più generi cinematografici con grande abilità e sapienza narrativa. E’ una spy-story (non certo nel senso bondiano del termine), che pone l’accento sulla dimensione di spersonalizzazione e solitudine che è strettamente connesso a questa alienante professione; è un film storico-politico che rievoca con grande efficacia il clima di sospetto e paura che dominava nella DDR; è un film sentimental-psicologico che analizza con acuta sensibilità l’intimo travaglio del protagonista e sottolinea la centralità di alcuni valori; è un film thriller che coinvolge emotivamente lo spettatore attanagliando sul piano della tensione e della suspense.
Ma è anche un film che riesce ad esprimersi attraverso adeguate scelte linguistico-stilistiche, a cominciare dalla fotografia impostata su di una dominante scura nero-marrone e dall’illuminazione dai toni cupi, adatte a comunicare il clima ristagnante e soffocante della società della Germania Est e il conseguente senso di claustrofobia per finire con la notevole prova di recitazione degli attori e in particolare del protagonista, l’attore Ulrich Muhe, purtroppo scomparso qualche tempo dopo la realizzazione del film.
Storia A) La Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda
B) La Germania dell’Est (DDR) e i regimi comunisti del blocco sovietico
C) La caduta del Muro di Berlino e la riunificazione tedesca