TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
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SOGGETTO E SCENEGGIATURA | Francesca Archibugi, Claudia Sbarigia, Gloria Malatesta |
FOTOGRAFIA |
Luigi Verga (colori) |
MUSICA |
Roberto Gatto, Battista Lena |
MONTAGGIO |
Alfredo Muschietti |
INTERPRETI |
Stefania Sandrelli, Jean Pierre Duriez, Massimo Dapporto, Celine Beauvallet, Leonardo Ruta |
PRODUZIONE |
Leo Pescarolo e Guido De Laurentis per la Ellepi film-Crysalide Film-Rai Tre |
DURATA |
94 |
ORIGINE |
Italia, 1988 |
REPERIBILITA |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Biennio-Triennio |
PERCORSI |
Primi amori Lamore/La condizione adolescenziale e giovanile/Uomo e Società |
TRACCIA TEMATICA Giorgio vive la sua prima importante esperienza dinnamoramento con lappassionato e totale coinvolgimento tipico della sua età. Mignon è sì altezzosa e superba, ma anche colta e raffinata quanto basta perché il vulnerabile Giorgio se ne senta fortemente attratto. Troppa è la diversità fra lei e lambiente di giovani che ruota attorno alla famiglia, certo più spontanei e genuini, ma certamente noiosi e scontati nella loro ristrettezza mentale. La notizia dellarresto del padre costituisce per Mignon un trauma tremendo, una specie di caduta da un piedistallo di prestigio sociale su cui aveva costruito la sua immagine e il suo senso di superiorità e per questo si vuole come degradare mettendosi con il vissuto Cacio. In fondo sia Giorgio che Mignon sono, seppur in modo differente, dei diversi, dei disadattati che stentato ad inserirsi nella realtà circostante.
Ma il dolore dei sentimenti non è solo loro, accomuna quasi tutti i personaggi, dalla madre di Giorgio che deve soffocare il proprio trasporto per il cognato, che lama vanamente, allo stesso Cacio che maschera dietro un apparente cinismo il dolore per labbandono di Mignon, e alla professoressa di Giorgio che cerca nel ragazzo una compensazione affettiva per il figlio handicappato. E su tutti si stende lombra della mancanza di una forte figura maschile di riferimento, sia essa un padre o un marito, sia perché morto o perché assente.
VALUTAZIONE CRITICA LArchibugi inserisce nel film dei riferimenti cinematografici (Germania anno zero di Rossellini) e letterari (Grandi speranze di Dickens) che richiamano alla centralità dellinfanzia e delladolescenza, quasi a voler porsi in linea di continuità con una tradizione narrativa in grado di scrutare nei tormentati percorsi morali di queste difficili età. La regista, secondo la sua sensibilità, intreccia modi della commedia (ci sono situazioni che vogliono essere divertenti e sequenze che si chiudono con una battuta), con affondi drammatici (il suicidio di Giorgio, le liti fra Mignon e la sorella), abbandoni malinconici (la professoressa malata) e toni crepuscolari (il rimpianto di Giorgio sul bacio non dato a Mignon), senza però riuscire sino in fondo ad armonizzare questi diversi registri, ognuno dei quali rischia un po di andare per la sua strada, senza collegarsi agli altri, da cui una certa sensazione di dispersione e discontinuità.
La cosa migliore del film va senzaltro ricercata nello sforzo di realismo, perseguito soprattutto attraverso la rinuncia ad ogni scenografia artificiale in cambio di ambienti reali (a cominciare dallappartamento dei Forbicioni), dove, come ha sostenuto la regista, Le pareti trasudano vita vissuta, trasmettendo allo spettatore una sensazione di autenticità e verità, che non sempre la sceneggiatura riesce ad offrire.