Petri Elio

Italia (1929-1982)

In gioventù è critico cinematografico dell’Unità, organo del PCI. Dopo un’intesa attività di sceneggiatore negli anni Cinquanta, nel 1961 dirige il suo primo film, L’assassino, giallo psicologico di buona fattura, ma la pellicola che lo rivela alla critica come uno dei registi più interessanti della nuova generazione è I giorni contati (1962), ritratto intenso della crisi esistenziale di un pensionato romano, caratterizzato da una ricerca stilistica personale e da un prezioso gusto figurativo. Con A ciascuno il suo (1967), film di mafia tratto da Sciascia, sceglie la strada dell’impegno civile, mantenendosi, però, sempre fedele ad un taglio tendente a superare la dimensione realistica di partenza per sfociare in un disegno espressivo ricco di risonanze simboliche. Nei successivi Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) e La classe operaia va in paradiso (1971), pur nel collegamento con tematiche di stretta attualità e con una dichiarata visione ideologica, Petri accentua la sua tendenza al grottesco, spinto al limite del surreale e del farsesco, quasi che il registro della deformazione beffarda della realtà si adatti meglio a penetrare oltre la superficie delle cose. Nel 1976 questa sua vena irrealista si spinge alle estreme conseguenze con Todo Modo, un allucinato e visionario pamphlet antidemocristiano, che suscita furiose polemiche. La morte precoce ha impedito a questo singolare e coraggioso cineasta, sferzante e acuto osservatore di vizi e difetti del potere, di approfondire in modo più maturo e compiuto la sua corrosiva vena polemica.

 

L’assassino 1961

I giorni contati 1962

Il maestro di Vigevano 1963

La decima vittima 1965

A ciascuno il suo 1967

Un tranquillo posto di campagna 1968

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto 1970

La classe operaia va in paradiso 1971

La proprietà non è più un furto 1973

Todo Modo 1976

Le mani sporche 1979

Le buone notizie 1979