Preminger Otto

Austria (1906-1986)

Figlio del Procuratore Generale dell’Impero austro-ungarico, si laurea in legge all’università di Vienna. La sua vocazione, però, è il teatro e nel 1931 gli viene affidata la direzione del Josefstadtertheater. Dopo aver messo in scena numerosi testi teatrali debutta alla regia cinematografica con Il grande amore (1932), un film all’insegna di un sentimentalismo umoristico garbato e intelligente, penalizzato da uno scarso successo di pubblico. Nel 1935 si trasferisce negli Stati Uniti, dove nel 1944 si impone con un noir dai complessi risvolti psicologici, Vertigine, che riscuote un grande successo. Negli anni Cinquanta dirige alcuni film ritenuti particolarmente audaci per il pubblico americano, noto per le sue inclinazioni sessuofobiche e puritane, La vergine sotto il tetto (1953), L’uomo dal braccio d’oro (1955), nel quale si affronta con toni di drammatico realismo il tema della tossicodipendenza (la cui trattazione era ancora vietata dal Codice Hays) e Anatomia di un omicidio (1959), da alcuni considerato il suo capolavoro. Negli anni Sessanta realizza tre kolossal: Exodus (1960), sulla nascita dello Stato d’Israele, il fantapolitico Tempesta su Washington (1962) e Il cardinale (1963), nel quale qualcuno ha visto un omaggio allo spirito del Concilio Vaticano II. Preminger, pur entrando spesso in contrasto con la produzione per il coraggio con cui infrangeva alcuni tabù del perbenismo hollywoodiano, si è sempre mosso all’interno dell’industria cinematografica americana, di cui ha accettato i canoni commerciali di spettacolarità e al cui servizio ha messo il suo alto tasso di professionalità.