Marco Bellocchio

Italia (1939)

 Appartenente ad una famiglia borghese fortemente attaccata ai valori della tradizione, compie tutto il ciclo scolastico presso istituti religiosi, interrompendo gli studi di filosofia all’Università Cattolica di Milano per iscriversi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Dopo aver seguito corsi di Cinema alla Slade School of Fine Arts di Londra nel 1965, esordisce alla regia con I pugni in tasca, un’opera di stampo autobiografico intrisa di acri e dissacratori umori antiborghesi, incarnati nella figura di un nevrotico emarginato che esprime il proprio anarchico ribellismo in una rivolta cieca ed insensata. Aderisce con partecipazione ed entusiasmo alla stagione di contestazione del 1968, della cui ansia di rivolta la sua opera prima cinematografica costituisce un’anticipazione. Nel 1971 con Nel nome del padre rielabora in chiave onirico-allucinatoria i propri trascorsi presso il liceo cattolico dei Barnabiti. Più strettamente collegati all’emergere di un preciso impegno politico di denuncia i successivi Sbatti il mostro in prima pagina (1972) e Marcia trionfale (1976), nei quali il regista condanna implacabilmente due istituzione portanti dello stato borghese: la stampa e l’esercito. Attenuatosi l’impegno militante, negli anni Ottanta Bellocchio ripiega sulle tematiche esistenziali e morali degli esordi con film come Salto nel vuoto (1980) e Gli occhi, la bocca (1982), mentre nel 1985 offre una personalissima rivisitazione del tema del terrorismo con Diavolo in corpo, un remake aggiornato del famoso film di Autant-Lara di quarant’anni prima. Dopo un periodo caratterizzato da pellicole controverse, che dividono la critica e inducono e ritenere che la stagione più proficua del regista si sia conclusa, Bellocchio ritorna al centro dell’attenzione con due film di grande impatto e spessore: La balia (1999) e L’ora di religione (2002), opera quest’ultima di risentita ed orgogliosa fede laicista contro ogni dogmatismo e conformismo, con cui ripropone l’ispirazione provocatoria e polemica della sua giovinezza. E’ proprio questa tensione verso un Cinema scomodo e aspro, non facile e spesso spiazzante, ricco di rimandi e sottintesi, denso di riferimenti culturali e autobiografici, stilisticamente asciutto, se non addirittura disturbante, che costituisce l’essenza più autentica di un cineasta dalla spiccata e originale personalità artistica.

 

I pugni in tasca 1965

La Cina è vicina 1967

Amore e rabbia 1969

Sbatti il mostro in prima pagina 1972

Matti da slegare 1975

Marcia trionfale 1976

Salto nel vuoto 1980

Gli occhi, la bocca 1982

Enrico IV 1984

Diavolo in corpo 1985

La visione del sabba 1988

La condanna 1991

Il sogno della farfalla 1994

Il principe di Homburg 1997

La balia 1999

L’ora di religione 2002 

Buongiorno notte 2003 

Il regista di matrimoni 2006   

Vincere 2009                                               (*) Filmografia completa