Nova Vlna

Nova Vlna è la traduzione in lingua ceca del francese Nouvelle Vague. Con questo termine si indica non una corrente cinematografica caratterizzata da canoni e linguaggi codificati in modo unitario, ma un insieme di registi e di film che dal 1962 al 1965 determinarono in Cecoslovacchia una grande ventata di rinnovamento. I nomi dei cineasti appartenenti a questa stagione (quasi tutti formatisi alla scuola di Cinema Famu di Praga) sono Vera Chytilova, Jan Nemec, Jaromil Jers, Jiri Menzel, Evald Schorm, Ivan Passer e il più famoso di tutti, Milos Forman.

All’inizio degli anni Sessanta il clima rigido e conservatore che il regime comunista ceco aveva imposto alla cultura nazionale , e quindi anche al Cinema (pesantemente condizionato da una pedissequa imitazione del modello del Realismo socialista nella sua versione più banale e convenzionale) lascia il posto ad una significativa, seppur moderata, apertura nei confronti di nuove idee e nuovi registi, come appunto quelli sopra elencati, che proprio in questo periodo compiono il loro esordio.

A differenza dei loro predecessori (i mostri sacri del cinema nazionale), questi autori esordienti rifiutano il confronto con i grandi temi della Storia, preferendo misurarsi con contenuti meno impegnativi, ma più legati alle problematiche della vita quotidiana e, in particolare, delle giovani generazioni alle prese con il disagio esistenziale della loro età e con questioni sentimentali. Dal registro solenne e magniloquente della tradizione passano a tonalità più dimesse, ricche di sfumature ironiche e grottesche.

Pochi di questi film (che negli anni Sessanta hanno mietuto premi e riconoscimenti nei festival internazionali di mezzo mondo) sono stati editi in Italia, a causa di una censura di mercato che spesso si mostra più spietata della censura politica. Tra quelli che il nostro pubblico ha avuto la fortuna di vedere ricordiamo L’asso di picche (1963) e Gli amori di una bionda (1965) di M. Forman, Perline sul fondo (1965) e Treni strettamente sorvegliati (1965) di J. Menzel (vincitore di un Oscar come miglior film straniero), Il coraggio quotidiano (1964) di E. Schorm.

Quando nel 1968 in Cecoslovacchia si inaugura quel convulso processo di rinnovamento politico e culturale avviato dall’ala riformista del Partito Comunista cecoslovacco guidata da Alexander Dubcek e che prende il nome di Primavera di Praga, gran parte dei registi della Nova Vlna partecipa con entusiasmo a questo movimento. L’invasione sovietica dell’agosto 1968 soffoca la Primavera di Dubcek ed impone al paese una rigida normalizzazione restauratrice.

Nel clima repressivo che si instaura negli anni successivi gli autori della Nova Vlna vengono sottoposti a duri attacchi da parte delle autorità e a loro si impedisce praticamente di lavorare. Alcuni rimarranno in patria , adattandosi con fatica al nuovo soffocante contesto (Chytilova, Menzel), altri sceglieranno la via del volontario esilio, come Forman, che avrà modo di esprimere le sue qualità negli Stati Uniti.