Bus in viaggio

TITOLO ORIGINALE

Get on the Bus

REGIA

Spike Lee

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Reggie Rock Bythewood

FOTOGRAFIA

Elliot Davis (colori)

MUSICA

Terence Blanchard

MONTAGGIO

Leander T. Sales

INTERPRETI

Ossie Davids, Charles S. Dutton, Roger Guenveur Smith, Thomas Jefferson Byrd, Andre Braugher, Gabriel Casseus, Isaiah Washington

PRODUZIONE

Reuben Cannon, Bill Borden, Barry Rosenbush in associazione con 40 Acres & a Mule Filmworks per Columbia Pictures

DURATA

120'

ORIGINE

USA, 1996

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Afroamericani

Razzismo contro i neri/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e Società

 

TRAMA

In occasione della marcia su Washington indetta dal Reverendo Louis Farrakhan, leader della Nazione dell'Islam, parte da Los Angeles un gruppo di neri. Il viaggio è contrassegnato dagli scontri e dalle liti continue che sorgono all'interno di una comitiva eterogenea per provenienza sociale e modo di vedere le cose. Quando finalmente si arriva a destinazione, Jeremiah, il più anziano e saggio del gruppo, ha un attacco cardiaco e deve essere ricoverato all'ospedale.

 

TRACCIA TEMATICA

Non c'è da parte di Lee nessuna adesione (ma nemmeno nessuna contrarietà) nei confronti delle posizioni del Reverendo Farrakhan, capo della comunità mussulmana d'America, figura controversa per le sue posizioni antifemministe e reazionarie.Al regista non interessa tanto la destinazione, ma il viaggio e l'opportunità che esso offre di mettere a stretto contatto neri dalle idee e temperamenti tanto differenti (è significativo che alla fine nessuno dei personaggi partecipi alla marcia). E anche qui non per privilegiare qualcuno a scapito di altri o per evidenziare la giustezza di un punto di vista su un altro. E' la complessità di atteggiamenti e comportamenti (con tanto di contraddizioni, regressioni, intolleranze, nevrosi, ecc.) che convivono all'interno della popolazione nera il centro di interesse del film, partendo dal presupposto che essa è un dato ineliminabile, e in fondo anche una ricchezza (solo nel dolore per la morte del carismatico Jeremiah, si placano i contrasti e la piccola comunità viaggiante ritrova un forte senso di identità comune).

Come sempre il Cinema di Lee non dà risposte in grado di confermare certezze già acquisite (come tanti film antirazzisti della tradizione del Cinema bianco democratico americano), ma impone domande (anche sgradevoli) spesso destinate a rimanere tali.

L'unica morale che si può ricavare è relativa alla stupidità del razzismo nella sua pretesa di classificare le persone in base al colore della pelle, laddove (come ci insegna molto bene questo film) ogni individuo è un coacervo spesso inestricabile di bene e male, di egoismo e solidarietà, di infantilismo e maturità, di pregiudizi e generose aperture.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Bus in viaggio ripropone alcuni degli stilemi fondamentali del Cinema di Lee: la coralità, intesa in particolare come assenza di un protagonista in grado di prevalere su tutti con la forza persuasiva delle proprie argomentazioni e comportamenti (figura questa fondamentale nella tradizione del Cinema americano di impegno civile) e come polifonia, cioè l'accumularsi e sovrapporsi all'interno della stessa sequenza (a volte anche della stessa inquadratura) di una pluralità di voci e relative posizioni; il venir meno di un modello di narrazione forte sostituita da una struttura incentrata sull'intreccio di relazioni conflittuali fra singoli o gruppi che producono un'atmosfera di crescente tensione; l'unità di spazio, in questo caso ridotta al minuscolo interno di un pullman (in altri film di un quartiere o di una via), che comprime i personaggi accentuandone il contatto fisico e quindi incentivando ulteriormente quella dimensione di scontro e insofferenza di cui sopra.

Lee si conferma come regista in grado, come pochi, di inseguire in un film diversi percorsi riconducendoli a salda unità, ma soprattutto di rimanere fedele ad un' idea di Cinema nervoso e irrequieto, assolutamente irriducibile alla logica del messaggio e dei buoni sentimenti.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia     A) Storia dei neri d'America: dalla schiavitù ai giorni nostri.

               B) La figura del Reverendo Farrakhan e la marcia di Washington del 1994. 

               C) La figura di Martin Luther King.

Geografia   A) La comunità nera degli USA.

                     B) Da Los Angeles a Washington.