Così ridevano

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Gianni Amelio

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Gianni Amelio

FOTOGRAFIA

Luca Bigazzi (colori)

MUSICA

Franco Piersanti

MONTAGGIO

Simona Paggi

INTERPRETI

Enrico Lo Verso, Francesco Giuffrida

PRODUZIONE

Vittorio e Rita Cecchi Gori, Mario Cotone per Pacific Pictures/Cecchi Gori

DURATA

124'

ORIGINE

Italia, 1998

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Lamerica Leuropa Litalia

Problemi dell'immigrazione e della multietnicità/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e Società

 

TRAMA

Torino, 1958-1964. Due fratelli siciliani emigrano a Torino. Il fratello maggiore, Giovanni, vuole che il minore, Pietro, diventi maestro elementare e per questo si adatta ai lavori più duri pur di mantenerlo agli studi. Pietro, però, non ne vuole sapere e sparisce. Si ripresenta al fratello più d'un anno dopo, avendo acquisito il diploma magistrale grazie ai maneggi della scuola privata cui si era iscritto. Giovanni, intanto, è diventato il boss di una cooperativa illecita che sfrutta i meridionali in cerca di lavoro e alloggio. Una sera i due fratelli camminano per la città, quando Giovanni si scontra con un rivale malavitoso e lo accoltella. Pietro si accusa del delitto e viene mandato in un riformatorio in Sicilia, da dove ritornerà due anni dopo per fare il padrino al battesimo della figlia di Giovanni, che nel frattempo si è definitivamente sistemato.

 

TRACCIA TEMATICA

Il periodo di tempo considerato dal film è cruciale nella storia del nostro paese: il forte processo migratorio dalle campagne e dal sud verso le metropoli industrializzate del nord cambia profondamente i tratti della nazione, trasformandola da paese agricolo in industriale.

Così ridevano inserisce il tormentato rapporto fra due fratelli meridionali nel contesto di questa rivoluzione epocale. L'impatto con la grande città si risolve in un trauma profondo ed insanabile, destinato a segnare per sempre la loro esistenza.

Giovanni vede nello studio l'unica possibilità di promozione sociale, sacrificandosi completamente perché il fratello consegua un diploma che dia un senso all'abbandono dalla terra d'origine (Giovanni si porta con sé i libri come oggetto-feticcio, simbolo di questa speranza di riscatto), mentre Pietro vive in una dimensione di rimpianto della condizione antecedente il distacco, che si risolve in regressione infantile (il disegno del mare a scuola, il suo familiarizzare con il bambino della famiglia pugliese) e nel desiderio di affrancarsi dalla tutela del fratello.

Giovanni trasferisce una mentalità contadina, incentrata su un arcaico codice di obblighi familiari, in una realtà di incombente modernità destinata a sfaldare i suoi parametri di riferimento (patetico il suo tentativo di ricostruire nel casolare sulle rive del Po le condizioni del villaggio siciliano). Egli rappresenta il rifiuto di integrazione in un nuovo modello sociale (non entra alla Fiat, come la maggior parte degli emigrati meridionali, non partecipa ai cortei di una classe operaia in piena crescita), preferisce la marginalità malavitosa e i legami mafiosi che la regolano. Nonostante la distruzione fisica e morale del fratello, Giovanni persiste nell'autoinganno dell'amore fraterno e dell'indissolubilità del vincolo di sangue.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Amelio ha scelto sul piano narrativo la figura prevalente dell'ellissi (sei anni rappresentati in sei giorni) per dare allo spettatore il senso del consistente cambiamento del contesto nel quale sono inseriti i due protagonisti (ha detto il regista: "…Proprio perché raccontando sei anni che sono secondo me sei anni di rivoluzione a 180 gradi nella società italiana, mi imponevo di rendere questo cambiamento in modo molto violento").

Ispirato al modello del mélo a forti tinte (c'è qualcosa del dramma rusticano ottocentesco nel sacrificio reciproco della coppia di protagonisti), il film lascia sullo sfondo la dimensione sociologica legata al fenomeno dell'immigrazione, per concentrarsi su quella psicologica e morale, collegata sull'irrisolto rapporto tra due fratelli che non riescono mai a stabilire un comune terreno d'intesa (qui domina la figura dell'asimmetria: quando uno dei due cerca l'altro, questo non c'è e viceversa).

La scenografia e l'illuminazione puntano invece all'astrazione (sconfinando nell'irreale e visionario in alcuni interni cupi e labirintici e negli esterni usati come scenari teatrali, come le vie deserte della Torino notturna nella sequenza dell'accoltellamento) ed alla creazione di un'atmosfera che si colloca spesso ai limiti fra sogno e realtà.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia    L'emigrazione meridionale nell'Italia settentrionale negli anni del miracolo economico.

Geografia   Torino.