Martha
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
|
SOGGETTO |
Dal racconto For the Rest of Her Life di Cornell Woolrich |
SCENEGGIATURA |
Rainer Werner Fassbinder |
FOTOGRAFIA |
Michael Ballhaus (colori) |
MUSICA |
Brani d'archivio |
INTERPRETI |
Margit Carstensen, Karlheinz Boehm |
PRODUZIONE |
WDR |
DURATA |
112' |
ORIGINE |
Germania Federale, 1973 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/CinetecaPacioli |
INDICAZIONE |
Classe quinta |
PERCORSI |
Umiliate e offese La condizione femminile/Uomo e Società |
TRAMA
Martha, rimasta orfana del padre durante una vacanza in Italia, sposa Helmut, un affermato ingegnere di mezza età, elegante e distinto. Ben presto per Martha la convivenza diventa angosciante: il marito le impone un vero e proprio regime di reclusione, recidendo ogni rapporto di lei con il mondo esterno. Intanto Martha inizia ad incontrare di nascosto Kaiser, un suo excollega, e con lui mette in atto un progetto di fuga.
TRACCIA TEMATICA
Martha intende disvelare, tramite un caso limite, la natura sadomasochista del rapporto matrimoniale secondo Fassbinder. Helmut pretende di fare di Martha una creatura totalmente soggetta a lui sulla base di un preciso programma educativo finalizzato all'azzeramento dell'indipendenza della donna per farla aderire ad un modello di moglie ideale che egli concepisce come succube e sottomessa al marito (significativa l'allusione al suo vampirismo).
Martha è un essere incapace di crearsi uno spazio autonomo di esistenza (passa dall'autorità paterna a quella maritale), subisce la reclusione che il marito le impone e le sue anormali effusioni e quando finalmente decide di lasciarlo lo fa affidandosi ancora una volta ad un uomo. Essa è sostanzialmente complice della propria oppressione, perché accetta il presupposto su cui si regge il matrimonio borghese: il ruolo subordinato al marito della moglie, angelo del focolare.
Martha scambia come minaccia reale (la sua uccisione da parte del marito), ciò che invece è solo una minaccia simbolica: non viene eliminata fisicamente, ma si realizza, come esito predeterminato della sua unione coniugale, il totale annullamento di sé come persona e la trasformazione in pura appendice del marito. L'immagine che chiude il film esprime con raggelante efficacia il compimento finale del processo di annientamento della protagonista.
VALUTAZIONE CRITICA
Fassbinder costruisce il film come un teorema (il matrimonio come una confortevole prigione) che cerca di dimostrare attraverso un percorso narrativo che procede con geometrica precisione verso un epilogo scontato. Quello del thriller si rivela come una specie di depistaggio, che nasconde la reale natura di melodramma (dove cioè l'esito tragico della vicenda è scritto dall'inizio) della pellicola.
All'interno di questo percorso obbligato il regista dispone alcuni suoi tipici stilemi: la claustrofobia degli interni prodotta dall'illuminazione quasi esclusivamente artificiale e dall'arredamento sovrabbondante, il vorticoso carrello circolare che avvolge i due protagonisti durante l'incontro all'ambasciata come espressione del loro abbandonarsi alla passione, così come il prevalere successivo di inquadrature fisse ne sottolinea il rapido deperire in monotoni riti coniugali, la moltiplicazione degli specchi in cui si riflette Martha, quasi ad interrogarsi sulla propria identità, la recitazione fredda e distaccata di Helmut, più simbolo astratto dell'autorità maritale che concreto esser umano.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Lingua inglese Confronto tra il romanzo di Cornell Woolrich e il film.