La vita è bella

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Roberto Benigni

SOGGETTO E SCENEGGIATURA

Vincenzo Cerami, Roberto Benigni

FOTOGRAFIA

Tonino Delli Colli (colori)

MUSICA

Nicola Piovani

MONTAGGIO

Simona Paggi

INTERPRETI

Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Giorgio Cantarini

PRODUZIONE

Elda Ferri, Gianluigi Braschi per Melampo Cinematografica

DURATA

126'

ORIGINE

Italia, 1997

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Olocausto

Antisemitismo/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e Società

 

TRAMA

Anni trenta, un paese della Toscana. L'ebreo Guido è innamorato di Dora, che però sta per sposarsi con un suo compagno di scuola. Durante la cerimonia nuziale Guido riesce a mandare a monte il matrimonio: Dora sposerà lui.

Seconda guerra mondiale. Guido e Dora hanno avuto un figlio, Giosuè, che adesso ha cinque anni, e vivono nel clima di persecuzione antisemita imposto anche al nostro paese. L'intera famiglia viene deportata in un lager nazista e qui Guido, sostenendo un'ingegnosa messinscena, riesce a far credere al piccolo Giosuè che sta partecipando ad un gioco a premi con in palio un carro armato.

 

TRACCIA TEMATICA

La vita è bella non è un film realista: le vicende che racconta si situano con evidenza al di fuori di ogni verosimiglianza (e questo non solo nella seconda parte, ma sin dall'inizio), anche se lo scenario di sfondo assume una precisa riconoscibilità storica. Il genere di riferimento più immediato potrebbe essere quello della favola: una favola dai risvolti tragici, ma caratterizzata comunque dal lieto fine e da un limpido messaggio di umanità e speranza.

L'ambientazione in un campo di sterminio nazista risulta così puramente pretestuosa, diventando il lager il simbolo della malvagità distruttiva dell'uomo (che nel corso delle diverse epoche ha conosciuto purtroppo tante altre incarnazioni) e l'espediente escogitato da Guido quello dell'amore paterno preoccupato di preservare l'innocenza del figlio dalle atrocità del mondo degli adulti.

Il film di Benigni costituisce una delle più commosse e intense rivendicazioni del diritto dell'infanzia al privilegio effimero dell'inconsapevolezza e uno dei più vibranti atti d'accusa contro la guerra e il razzismo, di cui i bambini sono le prime vittime.

 

VALUTAZIONE CRITICA

L'opzione registica principale di Benigni sembra quella di destituire il film di ogni credibilità realistica, avvolgendolo in un'atmosfera magica e surreale attraverso un'illuminazione e una scenografia che per tono e colori trasformano gli scenari (soprattutto nella prima parte) in uno spazio sospeso fra sogno e realtà, dove ogni cosa può accadere e ogni desiderio avverarsi. Nonostante i riferimenti storici al periodo fascista e alla seconda guerra mondiale, la storia sembra lievitare su un piano di atemporalità, che ben si addice a quella dimensione di apologo universale che costituisce l'essenza più autentica del film.

La vita è bella è un film tragico? Certamente, considerando il forte impatto visionario dell'agghiacciante montagna di corpi martoriati che sbuca dalla nebbia a ricordare allo spettatore dove ci troviamo e cos'è stato l'olocausto.

La vita è bella è un film comico? Senza dubbio, perché si ride e si ride anche di gusto (pensiamo alle irresistibili sequenze del matrimonio di Dora e della falsa traduzione delle istruzioni dell'ufficiale tedesco) e poi perché Benigni è uno dei più grandi comici del mondo. Di più: La vita è bella può anche essere considerato come un film teorico sul ruolo stesso della comicità, indicando come suo obiettivo principale proprio quello di garantire la conservazione di una vitale disposizione (ir)ridente nei confronti della tremenda serietà del mondo e delle cose.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia     A) la persecuzione antisemita in Europa.

               B) Lo sterminio degli ebrei durante il Terzo Reich.

               C) Le leggi razziali antisemite in Italia.