Italia (1915)

Negli anni trenta inizia la carriera come aiuto regista di grossi nomi come Genina e Camerini. Esordisce alla regia nell'immediato dopoguerra, dirigendo numerosi film interpretati da Totò, allora astro nascente della comicità italiana. Si tratta di una stagione importante della sua formazione professionale, una specie di apprendistato per la commedia all'italiana  degli anni sessanta e settanta, di cui Monicelli diventerà uno dei maggiori interpreti. Da questo connubio con Totò scaturisce il gustoso e delicato, e anche censuratissimo, Totò e Carolina (1953). Il suo I soliti ignoti (1958) viene considerato come il capostipite del filone della commedia all'italiana, i cui umori il regista trasferisce anche in periodi storici lontani dalla contemporaneità con film come La grande guerra (1959), I compagni (1963) e L'armata Brancaleone (1966). Con il graduale venir meno del contesto sociale e culturale da cui era scaturita la commedia all'italiana, tramonta anche la stagione più felice della sua attività, che prosegue nei decenni successivi con stanche ripetizioni dei moduli della commedia, ad esclusione di alcune pellicole piuttosto ispirate come Un borghese piccolo piccolo (1977) e Speriamo che sia femmina (1986). Regista prolifico, forse troppo, a giudicare dai tanti film modesti realizzati nel corso della sua lunga carriera, Monicelli ha accumulato un grande mestiere e una sicura professionalità, ottenendo i risultati migliori solo quando queste caratteristiche si sono coniugate con sceneggiature solide e ben scritte.

I soliti ignoti 1958 (il film non è schedato in Cinema 2000; è soltanto presente nella Cineteca dell'Istituto Pacioli)

Le rose del deserto 2006                             (*Filmografia completa)