Rob Roy

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Michael Caton-Jones

SOGGETTO

Basato sul testo di Walter Scott

SCENEGGIATURA

Alan Sharp

FOTOGRAFIA

Karl Walter Lindenlaub (colore)

MUSICA

Carter Burwell

MONTAGGIO

Peter Honess

INTERPRETI

Liam Neeson, Jessica Lange, John Hurt, Tim Roth, Eric Stoltz

PRODUZIONE

Peter Broughan, Richard Jackson per Talisman Prod.

DURATA

139’

ORIGINE

USA, 1995

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Triennio

PERCORSI

Settecento

Cinema e Storia

 

TRAMA

Scozia, 1713. Rob Roy, capo clan, per recuperare le mandrie di bestiame rubate per ordine dell'inglese marchese di Montrose, è costretto a chiedere in prestito al marchese 1000 sterline. Il fattore di quest'ultimo, in combutta con il perfido Cunningham, ordisce un complotto contro Rob per sottrargli le sterline. Ritenuto responsabile del debito e non potendo pagare, Rob si dà alla macchia per sottrarsi all'arresto, mentre Cunningham gli incendia la casa e violenta la moglie. Rob viene catturato e condannato all'impiccagione, ma riesce a fuggire fortunosamente e a sfidare a duello Cunningham.

 

TRACCIA TEMATICA

Rievocazione delle gesta della figura storica di Robert Roy McGregor, detto Rob Roy, eroe del nazionalismo scozzese trasfigurato in mito leggendario, il film s’incarica di celebrarne con acritico tono esaltatorio le doti di coraggio e lealtà e l’indomita lotta contro i soprusi degli inglesi. Più che al genere storico (che richiederebbe quel minimo di rigore e di complessità, che qui sembra latitare) Rob Roy occhieggia all’avventuroso e al cappa e spada e allo schematismo morale che sostiene questi filoni: il Bene, sintetizzato dai valori (attribuiti alla piccola borghesia possidente) della giustizia, dell’onestà, dell’onore, dell’amicizia e dell’amore, della famiglia e del lavoro, contro il Male, espresso dai disvalori (riferiti prevalentemente alla classe aristocratica) della prepotenza, dell’avidità e dell’arroganza del potere (incarnati dalla satanica figura dell’antagonista Cunningham).

Diretto e sceneggiato da due scozzesi, il film partecipa (insieme ad altre pellicole dello stesso periodo come Bravehart e Michael Collins) del clima di riscoperta e valorizzazione di gloriosi personaggi che appartengono alla storia e alla memoria collettiva di etnie piuttosto marginalizzate nel contesto europeo, come quella scozzese e irlandese.

 

VALUTAZIONE CRITICA

L’esplicita dimensione epica e spettacolare del film costringe a restringere l’approfondimento psicologico e l’analisi del contesto sociale della Scozia settecentesca, per privilegiare una dinamica narrativa improntata sull’azione e la tipizzazione dei personaggi in base alla funzione cui assolvono. Caratteri e comportamenti sono, cioè, determinati una volta per tutte ed escludono ogni possibilità trasformativa e la vicenda segue uno sviluppo scontato e prevedibile, per quanto appassionante ed avvincente.

Il film vive in gran parte sulle risorse del suggestivo e pittoresco paesaggio scozzese e della presenza scenica di attori che sanno rendere con grande efficacia le caratteristiche specularmente opposte dei rispettivi personaggi (perfetto Liam Neeson nell’esprimere l’integrità morale e la vigoria fisica, altrettanto convincente Tim Roth nei panni del cattivo di turno).

Da segnalare per il forte impatto visivo ed emotivo le belle sequenze dell’omicidio di McDonald, costruita con un montaggio alternato e il duello finale con il tipico spadone scozzese.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                      A) La figura storica di Robert Roy Mc Gregor.

                                B) La Scozia all’inizio del Settecento.

Geografia                 La Scozia.