Il sospetto (di Francesco Maselli)

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Francesco Maselli

SOGGETTO

Francesco Maselli

SCENEGGIATURA

Francesco Maselli, Franco Solinas

FOTOGRAFIA

Giulio Albonico (colori)

MUSICA

Giovanna Marini

MONTAGGIO

Vincenzo Vardecchi

INTERPRETI

Gian Maria Volonté, Renato Salvatori, Annie Girardot, Felice Andreasi

PRODUZIONE

Cinericerca

DURATA

111'

ORIGINE

Italia, 1975

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Classe quinta

PERCORSI

Antifascismo

Novecento/Cinema e Storia

 

TRAMA

Emilio è un comunista profugo in Francia che nel 1932 è stato espulso dal partito per aver espresso dissenso nei confronti della linea politica ufficiale. Nel 1934 chiede di essere riammesso nel partito e viene così sottoposto dal Centro estero di Parigi ad una specie di esame per verificare la sua affidabilità politica. Cooptato nel comitato centrale, viene inviato a Torino, nell'Italia fascista, con il compito di prendere contatto con l'organizzazione clandestina del partito. Ben presto Emilio matura la convinzione di essere sorvegliato dalla polizia fascista e, quindi, che all'interno del partito torinese ci sia una spia, per scoprire la quale si offre volontariamente come esca. Quando alla fine tutti i compagni con cui aveva avuto contatto saranno arrestati con lui, scoprirà che il Centro estero l'ha mandato a sua insaputa allo sbaraglio in Italia perché facesse uscire allo scoperto delle spie che probabilmente non esistevano.

 

TRACCIA TEMATICA

Il sospetto (l'aggiunta di Francesco Maselli fu imposto dalla casa di produzione americana RKO, perché il film non si confondesse con Il sospetto di A. Hitchcock) costituisce una riflessione sul modo di interpretare il senso di obbedienza e di sottomissione al partito nel movimento comunista degli anni Trenta. Il regista (militante sin dalla giovinezza nel Partito Comunista Italiano) sembra rivolgersi in due direzioni: da una parte considera l'atteggiamento di intransigente chiusura del partito di quegli anni nei confronti di ogni dibattito interno e di conseguenza di ogni critica alla linea politica dettata dall'Internazionale comunista strettamente dipendente dall'Unione Sovietica (per non aver accettato tempo prima questa logica Emilio è stato radiato), dall'altra mostra la presenza di una concezione di fedeltà al partito ferrea e fideistica, disposta ad ogni sacrificio in nome della causa (Emilio, pur avendo capito di essere stato ingannato da chi lo ha mandato fra le braccia della polizia fascista, accetta a posteriori con totale spirito di disciplina il ruolo che il partito gli ha assegnato).

Nonostante la distanza che il regista pone tra sé e la materia trattata e la dimensione problematica (da dibattito) che avvolge i nodi tematici principali del film, sembra comunque emergere il suo dissenso nei confronti delle chiusure dogmatiche e delle rigidità ideologiche del partito di quegli anni (pur duri e difficili: è il periodo del consolidamento del regime fascista in Italia e dell'affermazione del nazismo in Germania), cui si accompagnava un clima di sospetto e diffidenza al limite del patologico, e del freddo cinismo con cui si sacrificavano gli individui alla ragion di partito (o, come suggerisce Maselli, ad una sua malintesa concezione).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Maselli rimane fedele alla sua idea di Cinema politico: non uno strumento per confermare (o addirittura urlare in chiave propagandistica) le proprie convinzioni, privilegiando la chiarezza ed efficacia del messaggio su qualunque altra cosa (è l'impostazione di tanto Cinema politico di quegli anni), ma un'occasione per indagare con spirito (auto) critico negli aspetti più oscuri e ambigui del presente e del passato (è il caso di questo film) della propria parte politica. Scopo di questa impostazione è problematizzare alcune questioni per suscitare interrogativi e discussioni.

Lo stile secco e raffreddato della narrazione, inteso a smorzare ogni facile coinvolgimento emotivo, è funzionale a questo intento (più che a partecipare attraverso il meccanismo dell'identificazione il film induce a pensare). Ciononostante Il sospetto riesce a mettere in atto, nella seconda parte, un' efficace progressione da giallo, non privo di suspense e di tensione narrativa; l'ambientazione torinese, inoltre, ci consegna una Torino inedita, dominata dalla presenza invadente della Fiat (le sue insegne pubblicitarie incombono in quasi tutti gli esterni) e immersa in un'atmosfera oppressiva (qualcuno ha parlato di immagine mortuaria del fascismo nella Torino degli anni '30).

Meno felici, per la loro prolissa verbosità, le parti parigine, forse necessarie per inserire la vicenda nel contesto storico e politico, ma certamente troppo orientate in senso didascalico e saggistico e che vengono ad interrompere il cupo crescendo di sospetto e diffidenza sapientemente costruito nella parte torinese.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia          A) La svolta del 1934 dell'Internazionale comunista.

B) L'organizzazione clandestina e estera del Partito Comunista Italiano durante il fascismo.

C) Il regime fascista in Italia.

                    D) Torino città della Fiat e della classe operaia.