Il gladiatore

TITOLO ORIGINALE

Gladiator

REGIA

Ridley Scott

SOGGETTO

David Franzoni

SCENEGGIATURA

David Franzoni, John Logan, William Nicholson

FOTOGRAFIA

John Mathieson (colore)

MUSICA

Hans Zimmer, Lisa Gerrard

MONTAGGIO

Pietro Scalia

INTERPRETI

Russell Crowe, Joaquin Phoenix, Connie Nielsen, Oliver Reed, Richard Harris

PRODUZIONE

Douglas Wick, David Franzoni, Branko Lustig Per Douglas Wick prod./Scott Free

DURATA

155'

ORIGINE

USA, 2000

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Età antica

Cinema e Storia

 

TRAMA

Impero romano, 180 D. C.. Il vecchio imperatore Marco Aurelio si trova ai confini settentrionali dell'impero per combattere contro i germani. Suo fido generale è Massimo, che l'imperatore ha designato come suo sussessore con il compito di restaurare la repubblica. All'accampamento imperiale giunge il figlio di Marco Aurelio, Commodo, che saputo delle intenzioni del padre di esautorarlo lo assassina, facendo ricadere la colpa su Massimo, di cui ordina l'uccisione insieme alla sua famiglia. Massimo riesce, però, a salvarsi e finisce, dopo sofferte traversie, per tornare a Roma in incognito come gladiatore. Commodo, intanto, si rivela un imperatore perverso ed inetto, che si disinteressa degli affari di Stato e reprime i senatori che gli si oppongono. Saputo che Massimo è vivo ed è un campione dell'arena ammirato da tutta Roma, Commodo decide di affrontarlo al Colosseo in una sfida all'ultimo sangue.

 

TRACCIA TEMATICA

Nella saggia figura di Marco Aurelio si esprime la consapevolezza dell'irreversibile crisi dell'istituzione imperiale, troppo condizionata dal variare della tempra e della personalità di colui che è chiamato a ricoprire il ruolo di imperatore (l'incombere della successione del pervertito e crudele Commodo esprime assai bene i pericoli di questa concezione personalistica del potere), e della necessità di restituire il governo dello Stato al senato. Il gladiatore, insomma, con una forzatura poco rispettosa della veridicità storica contrappone la natura democratica della repubblica a quella assolutistica della monarchia, secondo una rilettura molto americana e contemporanea di quell' epoca remota.

Se la cornice storica adottata dal film, inoltre, è decisamente inattendibile e approssimativa, lo si deve al fatto che poco importa alla regia il rigore storiografico e filologico (fedeltà della ricostruzione ambientale), essendo l'obiettivo principale della pellicola quello di costruire una vicenda appassionante ed avvincente, incentrata su alcuni paradigmi narrativi senza tempo come il parricidio, il tradimento, la vendetta, l'amore, l'incesto, che dall'antica tragedia greca arrivano sino ai nostri giorni attraverso il teatro scespiriano e il melodramma ottocentesco.

 

VALUTAZIONE CRITICA

Nel Cinema di Scott la dimensione visiva assume una centralità fondamentale. La creatività e ricercatezza figurativa investono lo spettatore con una massa d'urto di immagini al alto tasso di spettacolarità la cui costruzione all'interno dell'inquadratura e nella successione del montaggio è finalizzata alla creazione di forti effetti di suggestione e trascinamento emotivo. In altre parole, non è importante tanto ciò che si racconta (l'intreccio del film appare tutto sommato piuttosto scontato), quanto le modalità con cui viene mostrato.

Per realizzare questo progetto di fascinazione visiva Il gladiatore ricorre alla tecnologia digitale, che permette la creazione di scenografie virtuali (come il Colosseo e le architetture della Roma antica) di imponente grandiosità, e alla procedura del frame-jumping, cioè l'inserimento di minuscoli salti nella continuità dell'immagine, che determina un andamento leggermente frammentato della stessa con effetto conseguente che l'avvicina al tradizionale ralenti (la battaglia iniziale e gli scontri al Colosseo).

Oltre a questi espedienti di recente introduzione, Scott mette in campo la sua consueta capacità di gestire l'illuminazione e le scenografie in senso antirealista, secondo un preciso disegno di stampo espressionista che gioca prevalentemente sui chiaroscuri e i controluce di interni arredati con un gusto astratto e surreale (che sembrano la proiezione delle tormentate psicologie dei personaggi e comunicano l'idea dell'incombere di un cupo destino di morte su di loro).

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                    A) L'impero romano nel II secolo D. C.

B) Marco Aurelio e Commodo.

C) I popoli barbari ai confini dell'impero.