Hurricane

TITOLO ORIGINALE

Idem

REGIA

Norman Jewison

SOGGETTO

Dai romanzi The Sixteenth Round di Rubin Hurricane Carter e Lazarus and the Hurricane di Sam Chaiton e Terry Swinton

SCENEGGIATURA

Armyan Bernstein, Dan Gordon

FOTOGRAFIA

Roger Deakins (colori)

MUSICA

Christopher Young

MONTAGGIO

Stephen Rivkin

INTERPRETI

Denzel Washington, Vicellous Reon Shannon, Deborah Kara Unger, Liev Schreiber, John Hannah, Dan Hedaya, Rod Steiger

PRODUZIONE

Armyan Bernstein, John Ketcham, Norman Jewison per Azoff Films/Rudy Langlais

DURATA

125'

ORIGINE

USA, 1999

REPERIBILITA'

Homevideo/Cineteca Pacioli

INDICAZIONE

Biennio-Triennio

PERCORSI

Il colore nero

Razzismo contro i neri/Razzismo, intolleranza, immigrazione, società multietnica/Uomo e Società

 

TRAMA

Il film racconta la storia realmente accaduta di Rubin Hurricane Carter, pugile di colore di grande valore che si vide stroncata la carriera proprio quando era in procinto di diventare campione del mondo dei pesi medi. Perseguitato sin da ragazzino dal poliziotto Della Pesca a causa del colore della sua pelle, Hurricane è accusato di un delitto che non ha commesso sulla base di prove contraffatte. Condannato all'ergastolo passa quasi vent'anni in carcere, prima che un gruppo di cittadini canadesi si interessi al suo caso e imponga la riapertura del processo sulla base di nuovi inoppugnabili elementi che lo scagionano.

 

TRACCIA TEMATICA

Negli Stati Uniti la vicenda del pugile Hurricane (le cui cause profonde affondavano le radici nell'intolleranza e nel razzismo) ha avuto un ampio risalto massmediatico a livello nazionale grazie all'impegno espresso in suo favore da importanti personaggi pubblici (il film riserva qualche immagine autentica alle manifestazioni di quei giorni), quali il cantante Bob Dylan (che dedicò a Hurricane una famosa canzone, che accompagna alcune sequenze del film stesso) e il suo collega pugile campione del mondo Cassius Clay. Si trattò, tuttavia, di una mobilitazione piuttosto effimera, che si esaurì dopo qualche tempo, come spesso accade negli USA, una volta finito l'entusiasmo iniziale per una causa (questo graduale venir meno della solidarietà nei suoi confronti all'esterno del carcere è solo accennata dal film e non viene approfondita).

L'aspetto che maggiormente preme a Jewison sottolineare è, invece, il percorso interiore dello sventurato protagonista, che trapassa da un'intransigente scelta di assoluta solitudine e isolamento, per recidere completamente i ponti con i legami della sua vita precedente e disinnescare così il meccanismo del desiderio che rende ancora più dura la detenzione, ad un atteggiamento di apertura al sostegno che gli è offerto dagli amici canadesi. Oltre alla libertà l'altra grande conquista di Hurricane va ricercata proprio in questa riattivazione di un canale di comunicazione con il mondo esterno e nella ricostruzione di un rapporto affettivo (in particolare quello con il giovane Lesra Martin con cui stabilisce una specie di supplenza paterna).

 

VALUTAZIONE CRITICA

Hurricane va ascritto al filone dell'impegno civile e democratico, che nel Cinema americano significa spesso denuncia del razzismo ancora diffuso nella società statunitense (anni prima Jewison aveva già affrontato il tema in La calda notte dell'ispettore Tibbs, il cui protagonista Rod Steiger appare qui nella parte del giudice che assolve Rubin Carter).

La correttezza politica dell'assunto e la buona intenzione di risarcire in parte lo sfortunato pugile di colore per le sofferenze ingiustamente subite facendo conoscere al pubblico internazionale la sua storia vanno, naturalmente, considerate positivamente, ma non sono sufficienti a salvare il film da un giudizio negativo. La pellicola, infatti, stenta ad uscire (dopo un inizio promettente) dalle convenzioni e dagli stereotipi consolidati dalla tradizione di almeno cinque generi cinematografici (il politico-civile, il carcerario, il giallo-processuale, il biografico, lo sportivo), che la regia si limita a sovrapporre in successione, facendo venir meno la necessaria compattezza e omogeneità e condannando il film ad un'evidente discontinuità che alla fine dà la sensazione che tutto venga affrontato in modo un po' affrettato e superficiale senza il necessario approfondimento.

Quella che poteva essere una storia molto particolare e speciale (per la rilevanza e notorietà dei personaggi coinvolti, non solo un campione del ring, ma anche figure famose del mondo dello spettacolo) finisce per diventare una vicenda di ordinario razzismo che, se negli anni Sessanta-Settanta poteva avere ancora una sua forza d'impatto sul piano della condanna e della sensibilizzazione dell'opinione pubblica, oggi appare piuttosto scontata e risaputa.

 

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI

Storia                    A) La vera storia di Rubin Hurricane Carter.

B) Il razzismo nella storia degli Stati Uniti.

Lingua straniera: inglese         Confronto fra il libro di Carter e il film.

Educazione musicale         La canzone di Bob Dylan dedicata a Rubin Hurricane Carter.