Aleksander Nevskij
TITOLO ORIGINALE |
Idem |
REGIA |
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SOGGETTO E SCENEGGIATURA |
Sergej Ejzenstejn, Petr Pavlenko |
FOTOGRAFIA |
Eduard Tissé (bianconero) |
MUSICA |
Sergej Prokof'ev |
MONTAGGIO |
E. Tobak |
INTERPRETI |
Nikolaj Cerkasov, Nikolaj Ochlopkov, Aleksander Abrikosov, Dimitrij Orlov, Varvara Massalitinova, Vladimir Ersov |
PRODUZIONE |
Mosfil'm |
DURATA |
111' |
ORIGINE |
Urss, 1938 |
REPERIBILITA' |
Homevideo/Cineteca Pacioli |
INDICAZIONE |
Triennio |
PERCORSI |
Cinema e Storia |
TRAMA
Russia, XIII secolo. I cavalieri teutonici stanno per invadere la Russia, gli abitanti della città di Novgorod chiedono aiuto al principe Nevskij, già vincitore degli svedesi sulla Neva. Nevskij organizza la resistenza: ha con sé i commercianti e gli artigiani, mentre i nobili della città sono propensi al compromesso con i nemici. L'avanzata dei cavalieri teutoni procede inarrestabile fra saccheggi e devastazioni e per la popolazione di Novgorod sembra non esserci speranza. La mattina del 5 aprile 1242 si svolge la battaglia fra i due eserciti nella zona del lago Plestceevo, gelato per l'inverno. Con un'abile manovra strategica Nevskij riesce a sgominare i teutoni.
TRACCIA TEMATICA
Girato mentre in Unione Sovietica erano in corso i tremendi processi staliniani degli anni trenta e sulla cultura si abbatteva una stretta restauratrice che soffocava ogni libertà espressiva ed esperienza d'avanguardia in nome dei rigidi canoni del realismo socialista, Aleksander Nevskij celebra la figura storica del grande condottiero medioevale che salvò la Russia dall'invasione dei cavalieri teutonici, con una trasparente allusione a Stalin, fatto oggetto in quel periodo di un massiccio culto della personalità.
Commissionato dal governo sovietico come film di ricostruzione storica in chiave patriottica e di propaganda antinazista in un momento in cui il regime hitleriano si profilava come temibile minaccia per la nazione russa (l'invasione tedesca si verificherà tre anni dopo nel giugno del 1941), la pellicola di Ejzenstejn non si preoccupa certamente della veridicità storica, concentrandosi su una libera rivisitazione degli eventi tesa ad esaltare le virtù di condottiero di Nevskij (eroe positivo che guida e organizza con il suo coraggio e la sua consapevolezza le masse popolari) ed a costruire una netta contrapposizione tra l'ordine, la disciplina e la potenza distruttrice dei cavalieri teutonici (il nazismo incombente) e la sana e robusta tempra morale del popolo russo che non si piega di fronte a nessuno (la solida compattezza della società socialista). All'interno di questa antitesi principale se ne ritaglia un'altra fra la generosa volontà di lotta degli strati più poveri della popolazione (il proletariato) e la codarda disponibilità al negoziato con il nemico dei ceti ricchi di Novgorod (la borghesia).
VALUTAZIONE CRITICA
Ejzenstejn rinuncia all'audace sperimentalismo dell' avanguardia sovietica degli anni venti, troppo rivoluzionario per essere compreso dalle masse cui il suo Cinema si rivolgeva, per
adattarsi ad un tradizionalismo linguistico più facilmente fruibile da un pubblico popolare. Il tono retorico dei dialoghi (Meglio la morte che battersi per la patria degli altri.., Chi verrà da noi con la spada di spada perirà, ecc..), la trionfalistica enfasi che circonda la figura carismatica di Nevskij (pensiamo soltanto all'apoteosi del corteo finale per le strade di Novgorod), l’attaccaticcia storia d’amore fra Buslaj-Ol’ga-Gavrilo si giustificano alla luce di questa esigenza di adattamento ad un vasto uditorio (oltrechè, naturalmente alle aspettative della committenza governativa preoccupata esclusivamente dell'efficacia propagandistica del film).
Ciononostante il regista riesce ad esibire squarci di grande Cinema sul piano figurativo e formale: è ormai passata alla storia la lunga sequenza della battaglia, le cui inquadrature e il cui montaggio sono scanditi in stretta connessione con l'accompagnamento musicale di Prokof'ev, in una sintesi immagini-musica di poderoso vigore e di rara potenza, la scena dell'inabissarsi dei cavalieri teutonici nelle crepe apertesi sul lago ghiacciato è giustamente famosa per la suggestione visiva che da essa si sprigiona, la capacità di esprimere l'idea di scontro e contrapposizione utilizzando i contrasti estremi consentiti dalla pellicola in bianconero non fa certo rimpiangere i colori. Ejsenstejn, inoltre, benché sollecitato a costruire il film attorno alla figura individuale di Nevskij, si rivela abilissimo nella gestione di masse in movimento, nell’infondere una marcata dimensione corale al film e nella capacità di comunicare il massimo dell'espressività attraverso scelte estreme nella scala dei campi e dei piani (il primo piano e il campo lungo).
Nemmeno i vincoli imposti dalla finalizzazione propagandistica del film riescono a ad assopire la genialità creativa di uno dei più grandi registi della storia del Cinema.
RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Storia A) La Russia nel XIII secolo.
B) La figura di Aleksander Nevskij.
C) L’Ordine dei Cavalieri Tuetonici.
D) Lo stalinismo e l’Unione Sovietica negli anni trenta.